mercoledì 3 marzo 2010

Ogm, dalla Ue via libera a patate e mais modificati

Con l'annuncio della Commissione europea di dare il via libera alla coltura della patata transgenica Amflora nell'Unione europea si mette di fatto fine, dopo dodici anni, alla moratoria sulla coltivazione di ogm in Europa. La decisione sulla patata Amflora riguarda la sua coltura ai fini industriali e l'utilizzo dei prodotti derivati dall' amido Amflora negli alimenti per animali.«I cinque Ogm autorizzati - si legge nella nota della commissione - sono stati esaminati con la più grande attenzione, in modo da tenere in piena considerazione le preoccupazioni espresse in merito alla presenza di un gene resistente agli antibiotici». Quanto alla patata Amflora, la procedura di autorizzazione era stata avviata in Svezia nel 2003 e la decisione di oggi si basa «su un numero considerevole di conoscenze scientifiche rigorose». Ora, come ha spiegato nella conferenza stampa il commissario alla Salute John Dalli, la stessa Svezia ha un mese di tempo per concludere il processo e concedere l'autorizzazione definitiva. «Non facciamo mistificazioni: è chiaro che non sarà possibile coltivare la patata Gm in giardino - ha detto Dalli rispondendo alla domanda di un giornalista - la Basf potrà vendere il prodotto solo ai produttori designati che a loro volta avranno designato i destinatari finali, industrie di produzione della carta, con i conseguenti benefici in termini di risparmio energetico e minore inquinamento ambientale». Dalli ha anche precisato che la patata Amflora «è un prodotto che non rischia di diffondere i propri geni a coltivazioni vicine o nell'ambiente; nè esistono parenti stretti, geneticamente parlando, che si possano mescolare con la patata Gm, che fra l'altro non riesce a sopravvivere fuori dalla sua zona di coltivazione». Il commissario di Malta ha inoltre rassicurato sulla serietà dei controlli che saranno fatti sulle coltivazioni: «sarà assicurata la separazione fisica da altri campi e le patate verranno raccolte prima che abbiano prodotto semi».La decisione della Commissione europea di autorizzare la coltivazione della patata Amflora prodotta dalla multinazionale Bayer «è gravissima e inaccettabile». Ad affermarlo in una nota sono i Verdi che si dicono già «pronti a presentare un quesito referendario già dalla prossima settimana per evitare che gli Ogm vengano coltivati in Italia». «La coltura autorizzata - dicono i Verdi - presenta dei profili di rischio molto alti perché avrebbe un gene marker che provoca resistenza ad un antibiotico importante per la salute umana. In questo modo non solo è stato violato il principio di precauzione nei confronti delle colture geneticamente modificate ma anche la direttiva Ue 2001/18 che proibisce espressamente l'autorizzazione per gli Ogm che contengono geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana. Si tratta di un vero e proprio assalto alla sicurezza alimentare, alla nostra agricoltura tipica, di qualità e biologica: insoma a rischio c'è tutto il made in Italy agrolimentare. I Verdi - conclude la nota - si mobiliteranno con forza per per difendere la tradizione agroalimentare del nostro paese e la salute dei cittadini dalle colture geneticamente modificate».«Oggi in Europa hanno perso le ragioni della precauzione, la difesa dei cittadini e dell'ambiente»: a sostenerlo è il senatore Nello Di Nardo, capogruppo Idv in commissione agricoltura, secondo il quale «i nostri bambini non possono mangiare patatine geneticamente modificate». «L'Idv contrasterà in tutti modi e in tutte le sedi opportune la folle omologazione dei prodotti agroalimentari», aggiunge riferendosi al «via libera della Ue all'autorizzazione della coltivazione della patata geneticamente modificata». «La tutela dell'agro-biodiversità e delle differenti colture del territorio comunitario sono dei valori che non possano essere messi in discussione in nome di un esagerato liberismo». «Mi auguro che il Ministro Zaia - conclude Di Nardo - che si è sempre detto contrario agli ogm, adotti tutte le iniziative necessarie al fine di conservare l'eccellente qualità del patrimonio agroalimentare italiano e della sua agro biodiversita».
Fonte: L'Unità.it

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