sabato 20 marzo 2010

Rabbia, comincia l’allerta-virus - La malattia ha già ucciso anche un uomo: sembrava scomparsa, ma ora sta falcidiando volpi e cani - I veterinari del Sudmilano: «Vaccinate i vostri animali»

Sull’allarme “rabbia silvestre”, anche nel Sudmilano i veterinari esortano i proprietari di cani ed altri animali domestici a farli vaccinare se non è stato già fatto in passato. Dal Friuli e dal Veneto avanza verso la pianura padana il contagio da “lyssavirus”, più comunemente noto come virus della rabbia animale. nel Bergamasco ci sono già segnalazioni di volpi e altri capi allo stato libero rinvenuti morti: 85 invece nei primi tre mesi del 2010 gli animali infetti e deceduti nel Triveneto. Il responsabile? L'agente patogeno virale che sembrava del tutto scomparso dagli ecosistemi dell'Italia del nord, ma che rientrato l’anno scorso varcando il confine della Slovenia e di altri stati dell’ex Jugoslavia (dove non è mai stata debellato) ha fatto impennare le statistiche. A dicembre si è verificato anche un caso umano, con esito mortale per un addetto alla sorveglianza di un'area naturalistica. Nell'arco padano invece non ci sono ancora stati episodi virulenti, men che meno su umani, ma la rete di sorveglianza si prepara ad affrontare una possibile emergenza. Mercoledi a Milano l'assemblea ordinaria dei medici veterinari, con 170 partecipanti anche dal Sudmilano, ha diramato le prime indicazioni: la vaccinazione per cani e altri animali di ambiente domestico non è ancora stata dichiarata obbligatoria, ma adesso è diventata altamente consigliata. La profilassi si può fare al costo di 30 euro in qualunque ambulatorio veterinario. Sorvegliate speciali sono diventate anche le colonie feline libere e i canili convenzionati Asl, dove sono iniziate vaccinazioni preventive. La rabbia è una patologia infettiva curabile anche nell'uomo, ma solo se intercettata prima della fase neurologica. Il veicolo di trasmissione animale-uomo è rappresentato unicamente dal contatto diretto di liquidi organici, come nel caso di graffi e morsi; non si considera in alcun modo a rischio la convivenza, anche con animali infetti.Fonte: Il Cittadino

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