Il campanile della chiesa di Santa Maria in Galilea a Senna Lodigiana minaccia di crollare da un momento all'altro mettendo seriamente a rischio l'incolumità dei vicini, e non sta meglio il cascinale Senna di Sotto, oggetto qualche mese fa di un'ordinanza sindacale per la sua sistemazione a fronte del cedimento incombente sulla pubblica via. Non è notizia di questi giorni che i due gioielli situati agli ingressi dell'abitato e di proprietà dell'Opera Pia Senatore Grossi versassero in condizioni tanto gravi, ora l'allarme ha preso corpo, suscitando la reazione dei cittadini. «Senna non può perdere così la propria storia ed un patrimonio che è anche della collettività - esordisce il sennese Marco Fontanella -, siamo vicini ad un punto di non ritorno e la fondazione voluta dal senatore Grossi che ha la disponibilità dei beni dal 1888 negli ultimi anni li ha abbandonati colpevolmente a sé stessi e all'inevitabile degrado». È un grido di dolore misto a rabbia quello di Fontanella: il tetto della chiesa è fradicio e le travi stanno marcendo, mentre il piccolo convento a fianco se ne è già in parte andato. Per non parlare del campanile: da sotto, attraverso lo squarcio che trafigge il soffitto si intravede il cielo, e la campana con l'effige in memoria del senatore resta appesa per miracolo. Alla cascina Senna di Sotto poi, il sopralluogo di un tecnico la settimana scorsa ha messo in chiaro che se non si provvederà al più presto a portar via tegole e travi finiranno anche queste tra le macerie. Perché è di crollo definitivo che si sta parlando, e al dolore per la perdita si aggiunge il pericolo per chi gravita attorno i due edifici. «Quale sia il futuro delle due storiche realtà locali» è perciò l'interrogativo che Fontanella pone all'Opera Pia, insieme al chiarimento di due affaire chiacchieratissimi in paese: se sia «vero che per ottenere la restituzione della cascina “Senna di Sotto” dal fittabile moroso da anni l'amministrazione abbia sborsato la buonuscita di un milione di euro», e se «il degrado in cui si trova adesso dipende dal disinteresse dell'ente nel verificare che l'affittuario provvedesse ai doveri contrattuali di manutenzione ordinaria». Non si fa attendere la risposta del presidente Antonio Silvani: «Il progetto approvato dalla Sopraintendenza per il recupero della chiesa ammonta a un milione e mezzo di euro e nonostante gli sforzi è stato impossibile trovare finanziatori. Per questo si è deciso proprio nei giorni scorsi di sostenere autonomamente almeno la messa in sicurezza del tetto e consentire così di nuovo la celebrazione delle funzioni liturgiche». Quanto alla storia del milione di euro precisa: «Sono stati decisi con un accordo in tribunale - e poi - in ogni caso si tratta di una questione che risale a prima della mia elezione quattro anni fa».Fonte: Il Cittadino
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