Bracconaggio nelle acque del Lodigiano. Domenica scorsa la polizia provinciale ha messo le mani su tre pescatori abusivi che operavano presso la roggia Vigana, all’altezza del sovrappasso autostradale, a Villanova del Sillaro. In poche ore i bracconieri avevano raccolto circa 50 esemplari di carpa, per un peso complessivo di 60 chili. Muniti, ovviamente, di mezzi vietati: due reti da pesca in nylon di circa 5 metri ciascuna e una sacca a rete con manico usata per il recupero del pesce. Il materiale usato illegalmente è stato sequestrato e avviato alla distruzione, mentre per i pescatori sprovvisti di licenza è scattata una multa di mille euro. «Per fortuna - commenta il comandante della polizia provinciale Arcangelo Miano - siamo riusciti a salvare i pesci ributtandoli immediatamente in acqua. Ci avevano segnalato più volte la presenza di cittadini romeni che praticavano la pesca abusiva, siamo riusciti a fermarli. È il primo intervento di un certo rilievo, dall’inizio dell’anno, ma ne seguiranno altri tra pochi giorni. Stiamo indagando su questo fronte, infatti. Nei mesi precedenti l’attività era resa difficile dal freddo, appena il clima è diventato più mite i bracconieri sono usciti allo scoperto e siamo intervenuti». Ad allertare la polizia provinciale, domenica pomeriggio, è stata la questura. Nelle operazioni sono state coinvolte anche le guardie volontarie della provincia, le quali hanno coadiuvato la reintroduzione della fauna ittica nelle acque superficiali della roggia Vigana, accertando la quasi totale ripresa dei pesci. Ai pescatori sono state contestate le violazioni dell’esercizio della pesca professionale senza licenza, sanzionata con una multa di 200 euro e l’esercizio di pesca in acque vietate, sanzionata con 172 euro. In totale la trasgressione è costata ai bracconieri 1.132 euro. Matteo Boneschi, assessore provinciale all’agricoltura, con delega a caccia e pesca, è soddisfatto: «La polizia provinciale - commenta - si merita un doveroso complimento: soltanto quanto avvenuto negli ultimi giorni, dal sequestro di 700 tonnellate di compost, ai numerosi controlli stradali, al sequestro di pesci fornisce ai cittadini lodigiani una buona notizia. La polizia provinciale è operativa. Mi congratulo con gli agenti e con il comandante Miano». Per quanto riguarda l’ultimo episodio, Boneschi non ha dubbi: «Il concetto non riguarda tanto i 60 chili di pesce sequestrati - dice - ma, più in generale, la necessità di rispetto, e forse, ancor prima, di conoscenza, delle regole. Non mi stupirei se i tre romeni non fossero completamente a conoscenza della normativa, ma questo non rende la cosa meno problematica. Quando vengono spesi soldi per i piani ittici, quando si fissano momenti e luoghi aperti o vietati alla pesca non lo si fa per il gusto di imporre regole vuote di contenuti, specie per ecosistemi fragili come i nostri. Tutti devono contribuire ad una salvaguardia che passa anche attraverso questi limiti».Fonte: Il Cittadino
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