giovedì 3 giugno 2010

San Donato - Levadina, su il sipario sull’oasi Wwf - Si tratta di una zona di esondazione del Lambro, ospita varie specie di aironi , volpi e lepri - L’11 giugno il taglio del nastro, poi via alle visite guidate

I sandonatesi si apprestano a fare la conoscenza con una delle ultime zone “misteriose” del loro territorio: l’oasi di via 25 Aprile, zona di esondazione del Lambro altrimenti nota anche come area della Levadina. Quindici ettari di verde che l’11 giugno andranno a costituire una nuova oasi Wwf per il Sudmilano accanto a quelle già esistenti da anni a Melegnano (Montorfano e Noci) e San Giuliano (Parco Nord). Tutto è pronto per il battesimo ufficiale della Levadina, stabilito per venerdì 11 giugno alle 11. Il taglio del nastro corona un lungo percorso di recupero di questa fascia incuneata proprio sotto il cono di sorvolo aereo dello scalo di Linate e in adiacenza alla zona di esondazione del Lambro, che qui fa le sue prime anse appena fuori Milano. Una posizione marginale che in un certo senso ha costituito la fortuna del Lungo Lambro sandonatese. Ora però l’evento dell’11 giugno lo riconsegna ai sandonatesi in una funzione diversa: non più fetta abbandonata e poco appetibile del territorio, ma prezioso polmone verde a pochissima distanza dalla Paullese. L’area di esondazione del Lambro rappresenta inoltre uno degli avamposti di natura (in questo caso nemmeno agricola) più vicini alla metropoli lombarda: i chilometri che la separano dalla tangenziale est sono poco più di uno, e dal centro di Milano cinque. Nessuna area Wwf è così vicina all’agglomerato urbano, e nessuna è così grande fra quelle lungo la via Emilia. Un traguardo importante è dunque alle porte per l’amministrazione Dompè e per le associazioni - prime fra tutte Wwf e Il Bradipo - che prenderanno in carico la manutenzione ordinaria e la gestione del flusso dei visitatori. L’area si qualifica come zona umida, dove l’elemento Lambro è dominante sia con il corso primario del fiume sia con le lanche di acque stagnanti che appaiono nel fitto della vegetazione. Il manto arboreo è in parte spontaneo, sopravvissuto da epoche antiche, in parte reintegrato da progetti specifici come il Metrobosco della Provincia di Milano. Metrobosco ha portato alla Levadina 7.000 piante nuove grazie anche alla multinazionale Ricoh che ha sponsorizzato l’iniziativa. La fauna annovera lepri e volpi, e molti uccelli di passo a cominciare dall’airone. Il percorso di riqualificazione del futuro gioiello verde è stato lungo e si è concluso solo a fine aprile con l’ultimo intervento di Wwf, Bradipo, protezione civile, Lipu e guardie ecologiche volontarie. Adesso però le porte sono realmente vicine ad aprirsi. Domenica 13, dalle 16, le visite guidate (ritrovo davanti ai cancelli), domenica 27 giugno, dalle 16, la biciclettata in partenza alle 16 di fronte al municipio di San Donato. Fonte: Il Cittadino

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