Il comparto Eni si prepara a chiudere il recinto, con un sistema automatizzato che lascerà entrare solo coloro che saranno muniti di tesserino magnetico di riconoscimento, ovvero i dipendenti. La struttura è già pronta, con tanto di tornelli, che lasceranno spazio agli aventi diritto, mentre gli ospiti dovranno citofonare. Ma per gli intrusi, una volta entrato a regime il sistema, non ci sarà più possibilità di mettere piede nello storico comparto in cui svettano i palazzi di vetro. Il progetto sicurezza avvallato nell’autunno del 2009 dal consiglio comunale, e presentato dall’azienda alle Rsu nei mesi scorsi, sta così entrando nella fase operativa, con un’organizzazione messa in atto con l’obiettivo di scongiurare atti vandalici e altre spiacevoli situazioni a danno dei lavoratori. Già qualche anno fa, a seguito di alcuni episodi in cui si erano imbattute delle impiegate, Eni divulgò una comunicazione interna, consigliando ai colletti bianchi, soprattutto alle donne, di utilizzare degli accorgimenti. Successivamente è stato varato un progetto per tutelare il quartier generale della società. La nuova impostazione, che parte dalla recinzione dell’area, prevede anche il potenziamento dei lampioni, nonché l’istallazione di un sistema di videocontrollo, che manterrà i riflettori puntati sulla zona. In questo contesto si inserisce anche la chiusura al traffico veicolare e pedonale del varco carrabile di piazza Vanoni. E se nei mesi scorsi i lavoratori avevano lamentato l’eccessiva invadenza della siepe, che toglieva spazio al marciapiede che corre parallelo alla via Emilia, anche a questo difetto è stato posto rimedio, così come è stato nel frattempo risolto il dislivello dell’asfalto che in caso di pioggia costringeva chi si muoveva da un palazzo all’altro a fare slalom per evitare l’estesa pozzanghera. Ritocchi che sono stati messi in atto in una fase dove i preparativi si stanno concludendo, in vista del decollo di quella che si prospetta come una piccola rivoluzione per la città. Sebbene, la presenza dei datati cancelli, che si scorgono ancora lungo viale De Gasperi, faccia in realtà pensare che negli scorsi decenni qualche tentativo di chiusura sia stato messo in atto, o quanto meno previsto. Ma la maggior parte dei sandonatesi l’indirizzo della multinazionale petrolifera lo ha sempre visto aperto, come se il verde che circonda l’Eni fosse un prolungamento della carrellata di esemplari arborei di Metanopoli e di Viale De Gasperi. Uno schema che a breve, in una fase in cui la città attende aggiornamenti sul sesto palazzo uffici, sarà sorpassato da nuove regole, con un’inedita organizzazione, che sembra giunta al nastro di partenza.Fonte: Il Cittadino
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