Una petizione per salvare Santa Maria in Prato. Firmata dai 450 abitanti della frazione di San Zenone risoluti perché il paesino sia posto al riparo da uno sviluppo dissennato, che lo trasformi radicalmente immolandolo all’altare delle nuove costruzioni: l’esempio più criticato è quello dell’edificio a tre piani, nato dal recupero della cascina Rinaldi, dove dovrebbe anche prendere forma una nuova via intitolata a don Francesco Acerbi, ironia della sorte il fondatore di questa bella oasi immersa nel verde. Ed è proprio questo il motivo del contendere, con il parroco don Antonio Spini, in prima linea, perché teme che in futuro il nome più consono dell’antico borgo possa essere quello di “Santa Maria in Cemento” con circa 1200 abitanti. Fa anche un ammonimento: «Non intitolate la via che nascerà da quell’obbrobrio a don Francesco Acerbi, si rivolterebbe nella tomba; lui chiamava Santa Maria in Prato la nostra Svizzera, amava la natura e il suo paese, che rischia di perdersi». Proprio don Spini ha introdotto con il suo intervento la serata di martedì, con la giunta schierata al centro civico, ad incontrare la gente. Erano presenti il sindaco Sergio Fedeli, il vice sindaco Guido Merli, l’assessore all’ecologia e ambiente Pierangelo Paladino, l’assessore ai lavori pubblici Massimo Boccardi e il responsabile dell’ufficio tecnico Pierangelo Grassi. Il primo cittadino è stato chiaro: «Sviluppo sì, con un incremento minimo della popolazione, ma l’ipotesi ventilata di arrivare a 1200 abitanti è fuori da ogni logica». Il punto caldo è la palazzina a tre piani in via Salerano. Ed è l’architetto Grassi che precisa perché questo progetto non poteva essere rigettato. L’altezza di 10 metri rispettava le norme previste dalla variante al piano regolatore approvato nel 2001 (già presenti nel Prg prima vigente). Così nella prima bozza del 2004, con il primo lotto che prevedeva villette o palazzina, si è passati all’autorizzazione nel 2008. «Le volumetrie - commenta l’architetto -, 8050 metri cubi, potevano essere sfruttate in questo modo e così è stato fatto. Sono comunque previste schermature, quali piantumazioni, per la mitigazione dell’impatto ambientale». Altro tema particolarmente sentito è quello della sicurezza stradale. «La strada che attraversa il paese - spiega Fedeli - è una provinciale. Abbiamo messo tre dossi, una volta concessa l’autorizzazione, consapevoli che sarebbero stati una soluzione non definitiva. Li rifaremo a regola d’arte e ne metteremo uno in più». Infine la questione della pista ciclopedonale, a suo tempo realizzata, predisposta di guard rail ma pericolosa. «Valuteremo la possibilità di intervenire per la sicurezza - dice Fedeli -, nel frattempo abbiamo provveduto al taglio dell’erba visto che il percorso era in condizioni disastrose. Non abbiamo potuto farlo prima perché era nostra convinzione che fosse di competenza provinciale».Fonte: Il Cittadino
giovedì 22 luglio 2010
San Zenone - Una petizione per salvare Santa Maria - Affollata assemblea pubblica con il sindaco Fedeli: contestato il piano di recupero di cascina Rinaldi - I 450 abitanti della frazione si ribellano all’invasione del cemento
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