Nove bandiere nere e nove verdi per denunciare le situazioni più gravi di degrado e cementificazione, ma anche per segnalare le buone pratiche sulle Alpi.
Sono i riconoscimenti consegnati dalla IX spedizione della "Carovana delle Alpi", la campagna di Legambiente realizzata in collaborazione con il ministero dell'Ambiente, che ogni anno effettua il check-up dell'arco alpino con un'attenzione particolare al tema della biodiversità. La Carovana inizia il suo viaggio con un ricco calendario 1 di trekking, escursioni e dibattiti pubblici che fino ad ottobre si svolgeranno nelle principali località alpine. La spedizione, oltre a consegnare le bandiere nelle mani degli interessati, raccoglierà segnalazioni, denunce di degrado, e terrà accesi i riflettori sulle possibilità di turismo sostenibile in montagna. Le bandiere nere. Tra le cause dei vessilli neri, assegnati da Legambiente ai "nemici" delle Alpi, resta al primo posto la speculazione edilizia che, in nome del turismo, apre possibilità e spazi per la cementificazione d'alta quota. E' il caso della regione Valle D'Aosta che conquista la bandiera nera grazie a leggi regionali (definite "scellerate") per ampliare di ben il 40%, alberghi, bar e ristoranti, compresi quelli che sorgono in zone tutelate, ma anche per trasformare la ricettività turistica in più banali seconde case. Episodi speculativi sempre per eccesso di "liberismo del cemento" sono anche quelli registrati in Lombardia, dove le bandiere nere vanno al comune di Castione della Presolana (Bg) che ha adottato un PGT con 300.000 metri cubi di aree edificabili e a Foppolo che ha in animo un enorme investimento in seconde case. Due bandiere nere vengono assegnate anche in Piemonte: al comune di Acceglio (Cn) per il danno ambientale e idraulico arrecato al torrente e alla borgata storica di Chiappera e a Casalborgone (To) per aver dato la possibilità di organizzare attività con veicoli fuoristrada in un sito di interesse comunitario (Bosco del Vaj e Bosc Grand). Vessilli neri anche in Friuli Venezia Giulia: uno è andato alla società Edipower per il progetto di potenziamento della centrale idroelettrica di Somplago, che devasterebbe il lago naturale di Cavazzo, mentre l'altro è stato consegnato alla Regione per l'ipotesi di realizzare un'arena da 5mila posti per lo sci di fondo sul Monte Zoncolan, già ampiamente sfruttato. Infine, per il Veneto, la bandiera nera va al comune di Sant'anna D'Alfaedo (Vr). E purtroppo, quest'anno, nell'elenco delle bandiere nere compare anche il nome di un famoso sportivo italiano, Giorgio Di Centa, per aver scalato il ghiacciaio del Parco Nazionale dello Stelvio a bordo di un trattore, un atto di scarso rispetto per la montagna. "La biodiversità alpina è minacciata dagli effetti del cambiamento climatico e delle trasformazioni del territorio - spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente - ma fenomeni come il ritorno dei grandi predatori, dal lupo, all'orso, alla lince, indicano le Alpi come un sistema vivo e dinamico, che richiede appropriate politiche di gestione del territorio. Per questo siamo estremamente preoccupati dai tagli annunciati alle aree protette e pensiamo debbano essere sviluppate strategie territoriali più sostenibili di quelle del recente passato". Le buone pratiche. Ma Legambiente non si limita alla denuncia. La Carovana infatti percorre le Alpi anche alla ricerca di quanti sviluppano progetti di tutela e salvaguardia della più grande catena montuosa d'Europa. E sono nove i riconoscimenti positivi, assegnati quest'anno ai progetti che hanno messo in campo politiche virtuose. In molti di questi casi amministratori e cittadini si sono fatti carico dei bisogni della propria comunità e hanno saputo interpretarli in modo creativo, riuscendo a incrociare il desiderio di sviluppo sociale e civile con la conservazione degli ambienti naturali più preziosi, quelli che, se preservati, sostengono l'identità e la coesione di una comunità. La bandiera verde più importante è stata consegnata nel Parco Alpi Marittime al Centro Faunistico "Uomini e Lupi", interamente dedicato al lupo. Il progetto è di enorme rilevanza e non solo perché è il primo a livello italiano, ma soprattutto perché dà la giusta attenzione al rapporto che il predatore ha con l'uomo. Un'altra bandiera verde che si distingue per l'efficacia del progetto è andata alla Cooperativa "Donne di Montagna" di Ornica (Bg) in Lombardia. La motivazione è semplice: le "Donne" di Ornica hanno saputo sviluppare un'idea coinvolgente di albergo diffuso e di sviluppo fondato sulla valorizzazione delle risorse culturali e umane, reagendo dinamicamente allo spopolamento di un paese di montagna. Da segnalare i riconoscimenti verdi che sono stati consegnati per il lavoro svolto sul tema delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. A fregiarsi in questo caso della bandiera di Legambiente sono stati, in Valle D'Aosta, il comune di Saint-Denis (Ao), in Lombardia, il comune di Rovetta (Bg) e in Liguria Molini di Triora (Im), ma anche iniziative private, come quella della casa ecologica 'a km zerò di Prato Carnico (Ud).Fonte:La repubblica.it
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