giovedì 12 agosto 2010

San Donato - «Stronchiamo il mercato dei defunti» - Il prefetto sarebbe il coordinatore: «Gli ospedali gestiscano internamente le camere mortuarie» - La rappresentanza di base chiede un tavolo istituzionale

Un tavolo istituzionale per debellare il mercato dei morti: un giochetto attraverso il quale alcuni infermieri suggerivano imprese funebri compiacenti ai parenti di persone decedute, alla camera mortuaria (gestita da una cooperativa esterna) presso il Policlinico di San Donato e all’Humanitas di Rozzano ma anche in altri nosocomi lombardi. A chiederlo, dopo la video-inchiesta dell’associazione “Sos Racket e usura” che ha filmato il presunto “traffico dei defunti” in questi due posti, sono le rappresentanze di base del pubblico impiego Lombardia, settore sanità. L’organizzazione sindacale ha chiesto al prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi la convocazione del tavolo, contando sulla partecipazione del presidente della Regione Roberto Formigoni e del direttore generale della Regione per il settore sanità Carlo Lucchina. Perché si arrivi a un protocollo con regole certe, dove potrebbe essere presa ad esempio proprio la realtà lodigiana, con gestione diretta delle camere mortuarie da parte degli ospedali di Lodi e Sant’Angelo, Casale e Codogno. «Nelle aziende ospedaliere lodigiane - spiega Gianfranco Bignamini, RdB pubblico impiego Lombardia settore sanità -, ci siamo battuti per la gestione diretta delle camere mortuarie. Non c’è nessuna azienda di pompe funebri che fa irruzione in camera mortuaria. È un modello efficiente, anche se chiaramente può essere migliorato. Una scelta diversa rispetto a quella fatta nel Milanese, dove alle cooperative si lasciano in appalto i servizi di camera mortuaria e guarda caso proprio qui sono successi casi del mercato del defunto in passato ed il problema forse si sta riproponendo». In pratica, fuori dalla camera mortuaria, ci sono i cartelli con tutte le imprese di onoranze funebri, una lista e i prezzi. Insomma, ciascuno può decidere liberamente. «Non si indicano imprese - commenta Bignamini - al massimo vengono date delucidazioni. Inoltre dalla corsia alla camera mortuaria fa tutto il nostro personale, anche la vestizione. Non ci sono furbi che aggrediscono i parenti nel momento del dolore». Ecco perché si vuole arrivare alla promozione di un protocollo regionale con regole certe, al fine di espellere personale non adeguato per valorizzare quello di alta qualità. «L’immagine di infermieri e medici è stata violentemente frantumata - evidenzia Bignamini -, magari per pochi casi isolati e magari non dipendenti da strutture sanitarie. Questi operatori svolgono il loro lavoro con grande professionalità tutti i giorni. Come Rappresentanza di base-Unione sindacale di base chiediamo da subito di approvare protocolli comportamentali in tutte le strutture sanitarie pubbliche o private, e che i servizi delle camere mortuarie non siano oggetto di un mercato che è favorito da concessioni o appalti allegri da parte delle amministrazioni per poter fare cassa anche in eventi che lasciano il cittadino in mano a mercenari della salute e morte». Il prefetto di Milano ha già chiesto informazioni in merito. Fonte: Il Cittadino

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