Un parco per il Po lodigiano, con l’ambizione di unire 13 comuni della Bassa dislocati lungo una sessantina di chilometri. Il progetto è stato presentato ieri nella sede della provincia di Lodi. Per il momento si parte con uno studio di fattibilità, da realizzare entro dicembre 2012, per un costo di circa 100mila euro. Per il futuro si pensa però a una struttura - il parco vero e proprio - in grado di “unire” i comuni lodigiani vicini al Grande Fiume. Il “Plis del Po lodigiano”, Parco locale di interesse sovracomunale, servirà a valorizzare l’ambiente attorno al fiume, ma anche a portare sulle sue rive turisti e amanti della natura, ad esempio attraverso l’utilizzo delle piste ciclabili che corrono al fianco delle strade provinciali e la possibilità di percorrere sulle due ruote gli argini del fiume (al riguardo è atteso a giorni l’accordo per il “via libera” agli amanti delle due ruote). Non solo, il Plis dovrebbe garantire anche servizi per i turisti: si pensa a parcheggi oppure a piccole strutture di ristoro. Infine, sempre all’interno del futuro parco, saranno compresi i vincoli già esistenti in tema di urbanistica ma anche di rispetto della flora, della fauna e delle aree agricole. Solo per fare un esempio, il parco comprenderà pure l’oasi delle Monticchie. Le linee guida del nuovo Plis sono state illustrate dall’assessore provinciale all’agricoltura Matteo Boneschi, dalla collega all’urbanistica Nancy Capezzera e dai tecnici di palazzo San Cristoforo Alberto Tenconi e Paola Taglietti. Per il momento, come detto, si parte con uno studio di fattibilità che costerà 98.901 euro, di cui 59.341 in arrivo dalla Fondazione Cariplo e 39.560 stanziati direttamente dalla provincia di Lodi. Dall’autunno 2010 al dicembre 2012 si provvederà a coinvolgere i comuni che saranno compresi nel Plis (saranno definite specifiche aree geografiche inserite nel parco). I “campanili” interessati sono quelli di Orio Litta, Senna Lodigiana, Somaglia, Guardamiglio, San Rocco al Porto, San Fiorano, Santo Stefano Lodigiano, Corno Giovine, Caselle Landi, Meleti, Cornovecchio, Maccastorna e Castelnuovo Bocca d’Adda. Il tratto di Po ricompreso nel futuro parco sarà quello che scorre dalla confluenza del Lambro alla confluenza dell’Adda. Il parco del Po, hanno sottolineato in Provincia, non porrà nuovi vincoli di carattere urbanistico e all’attività agricola. Un chiarimento che dovrebbe allontanare, almeno per il momento, l’idea di un ulteriore ente che blinderà il territorio e che dovrebbe tranquillizzare in primo luogo gli agricoltori. L’assessore Boneschi ha sottolineato che la Provincia vuole creare dal “basso”, cioè partendo dai cittadini e dalle associazioni, il nuovo parco del Po. Si parte dunque, almeno sulla carta. Fonte: Il Cittadino
Nessun commento:
Posta un commento