venerdì 28 gennaio 2011

Carpiano - Il castello che nessuno vuole comprare - La Golgi Redaelli, proprietaria del complesso, ci prova per la quinta volta: il progetto prevede case e negozi - La storica cascina vale 7 milioni ma l’asta va sempre deserta

Il 2011 si apre con l’operazione immobiliare Castello ferma: la Golgi Redaelli annuncia «Ancora nessun acquirente per l’ex cascina da 6,9 milioni di euro». Nel corso dell’anno a questo punto il quinto tentativo di vendita. Il 2011 si incarica di risolvere il “rebus” del castello di Carpiano, lo storico complesso rurale alle porte del paese in prossimità della provinciale 40 Melegnano- Binasco. Una cascina “castellata” di pregio assoluto (6,9 milioni di euro il valore catastale), ma che fa fatica ad andare sul mercato dati anche i tempi poco rosei del mattone. La Golgi Redaelli di Milano, storica azienda di servizi che detiene da decenni lo stabile, conferma che alla data attuale non si sono ancora trovati acquirenti e prospetta perciò l’ipotesi di un ulteriore manifesto di vendita nell’anno al via. L’operazione urbanistica sull’ex cascina carpianese, dove le attività agricole sono cessate più di due anni fa, è non solo la più importante prevista in paese ma anche una delle più ricche di prospettive in tutto il Sudmilano. Ma l’area, vasta 36mila metri quadrati, ancora non ha scritto le pagine del suo futuro: tutto è rimasto alla dismissione delle stalle e delle altre strutture rurali mentre stentano a decollare i nuovi scenari sociali e residenziali. «In questo momento non sono in corso avvisi d’asta sul Castello - torna a precisare l’ufficio patrimonio dell’ex Ipab di via Olmetto, oggi azienda di servizi - è presumibile che ce ne saranno nel corso dell’anno, anche se alla data attuale non abbiamo decisioni chiare su date e tempi ». Il «castello» di Carpiano, risalente in parte al XVI secolo, è inquadrato da diversi anni al centro di una variabile al Piano regolatore che ha stabilito l’utilizzo dei diversi ambienti. Le parti architettoniche di maggior pregio, quelle appunto di epoca storica, sono sotto vincolo della Soprintendenza e non possono venire modificate, bensì inglobate nelle nuove costruzioni. Una vasta zona della corte interna prevede il sorgere di appartamenti e unità immobiliari, dando vita così a un piccolo “quartiere” sulle tracce del passato agricolo locale. C’è infine un ulteriore porzione del Castello riservata ad uso pubblico, e qui il progetto parla di strutture commerciali (superfici medio piccole) assieme a uno spazio auditorium e ad altri ambienti che rientrano in possibili priorità stabilite da comune ed associazioni. Il quadro è chiaro ma manca il passaggio decisivo: l’investimento immobiliare da parte di un operatore o di un gruppo di operatori. Le strade seguite dalla Golgi Redaelli per rilanciare la vendita sono state diverse: il valore d’insieme è partito da 7,2 milioni per scendere a 6,3, risalendo quindi a 6,9, il «tetto» stabilito dall’ultimo capitolato d’asta. Ma il Castello, come tutto il settore immobiliare, patisce la congiuntura negativa perdurante. E il nuovo «quartiere» di Carpiano slitta in là nel tempo. Fonte: Il Cittadino

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