Carta igienica e pezzi di plastica nella Muzza; liquidi marroni, schiuma e granuli neri nel cavo Marocco. Non si sa ancora se nei due canali si sia verificato l’ennesimo sversamento, ma di certo siamo ben lontani da specchi d’acqua trasparenti, che hanno invece una colorazione anomala. Tanto da insospettire diverse persone residenti a Paullo e convincere Silvano Paterlini di “Cittadinanza Attiva” a presentarsi domenica presso il distaccamento di Paullo della polizia provinciale presso la quale è stata fatta la segnalazione. Per carenza di personale non è stato possibile eseguire immediatamente l’uscita. Competenti per le materie ambientali, gli agenti nei prossimi giorni eseguiranno il sopralluogo anche se, nel caso ci fosse stato uno sversamento, è difficile che restino delle tracce che permettano di risalire alla fonte inquinante. «Purtroppo - spiega Paterlini - la questione dell’inquinamento dei corsi d’acqua del territorio non è una novità. In questi giorni io ho controllato vari canali e vedendo le loro condizioni, mi sono deciso a segnalare il cattivo stato di salute presso la polizia provinciale a Paullo». In particolare, appena superata la centrale elettrica, in territorio di Paullo all’altezza del depuratore, sono stati denunciati degli scarichi sospetti. «Il depuratore, che c’è ormai da diversi anni, - dice Paterlini - scaricava acqua grigiastra nella Muzza. Non solo: uscivano pezzi di plastica, carta igienica, come se l’impianto non funzionasse adeguatamente. Anche in questo caso non è la prima volta che capita, anzi in più occasioni mi sono rivolto alla polizia locale di Paullo, e penso di farlo anche nei prossimi giorni in quanto si è dimostrata molto sollecita a occuparsi di simili fatti e attenta all’ambiente». Di un altro fenomeno sospetto è stato testimone di nuovo la scorsa domenica Paterlini, che ha notato la presenza di granuli neri nel cavo Marocco. «L’acqua - racconta l’esponente di “Cittadinanza Attiva” - era marrone e formava della schiuma nell’immissione in Adetta: in questo punto si forma come un bacino, dove la schiuma si ingrandiva. È probabile che vi fossero sostanze tensoattive: sul cavo Marocco si affacciano varie aziende e spesso capita che qualcuno lavi mezzi e attrezzi da lavoro scaricando tutto qui dentro. Ricordo che l’anno scorso, c’è stato anche uno sversamento di petrolio. Va tenuto sotto controllo». Fonte: Il Cittadino
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