sabato 2 aprile 2011

Casale - L’inceneritore all’ex Lever fa già paura - Municipio sotto assedio dopo la conferma che si sta valutando l’ipotesi di realizzare il “bruciatore” di rifiuti liquidi chimici. Pioggia di lettere ed email e una petizione contro l’impianto

L’impianto di trattamento rifiuti alle porte della città fa paura. Email, lettere e anche l’annuncio di una raccolta firme: la gente di Casale chiede grande attenzione e cautela, e si schiera contro l’installazione. Martedì scorso, «Il Cittadino» ha scosso la quiete di Casale con una notizia da incubo. Un inceneritore alle porte della città, sull’area ex Lever: è questo il progetto presentato in Regione dalla ditta israeliana Elcon per il trattamento dei rifiuti liquidi. In passato la stampa locale si era occupata della vicenda perché annunciata come una possibile boccata d’ossigeno anche occupazionale: 40 posti di lavoro, soprattutto di personale specializzato. L’impianto, si era detto, lavora con un processo chimico-fisico i rifiuti liquidi dell’industria chimica e farmaceutica, e quindi li rende del tutto innocui e pronti per lo smaltimento. Quello che non si era detto, e per primo «il Cittadino» lo ha reso noto, è che per farlo si utilizzerà anche un processo di termodistruzione delle componenti inquinanti gassose residue. In altre parole, un inceneritore. I tecnici della ditta israeliana, il comune di Casale e la Provincia di Lodi si sono affrettati a spiegare che non c’è alcun inceneritore, semmai un bruciatore, e che l’impianto sarà a norma e del tutto sicuro, che l’iter autorizzativo è appena iniziato e che la Regione, tramite l’Arpa, deve ancora esprimere le sue valutazioni tecniche. Insomma, si sarebbe creato un allarmismo ingiustificato. Tuttavia, i primi dettagli del progetto, resi noti sempre da «il Cittadino», non lasciano per nulla tranquilli: sull’area sorgerà un camino da 40 metri e l’elenco delle emissioni inquinanti previste nell’aria non rassicura, dall’acido cloridrico al benzene, dalle polveri sottili ai composti organici volatili. In amministrazione comunale sono arrivate in questi giorni decine e decine di email da parte di semplici cittadini che chiedevano spiegazioni preannunciando una forte contrarietà all’impianto e la possibilità di ricorrere anche a manifestazioni e proteste. Giovedì mattina, una telefonata al vicesindaco Luisa Braguti ha avvisato dell’inizio di una raccolta firme per sostenere la causa del “no” all’impianto. Ironia e preoccupazione si sono registrate anche in Lever, sulla cui area di fatto andrà a insediarsi l’installazione degli israeliani della Elcon, nel settore un tempo occupato da Chiapparoli per il quale è stato raggiunto un preliminare di cessione. Nelle bacheche dei lavoratori gli articoli de «il Cittadino» sono stati esposti con sottolineature e non sono mancate le allusioni degli operai agli accordi tra Lever ed Elcon. Invece, a quanto si è appreso, la dirigenza della multinazionale è stata colta di sorpresa almeno tanto quanto buona parte della giunta e dei consiglieri di maggioranza e minoranza, all’oscuro di tutto fino alla denuncia de «il Cittadino». Il sindaco Flavio Parmesani e l’assessore all’ambiente Giusepe Agello hanno rimandato ogni valutazione politica all’esito dell’esame tecnico da parte di regione Lombardia e dell’Arpa. Ma tutti capiscono che la questione non può essere ridotta a una semplice valutazione di carattere tecnico-normativo. Fonte: Il Cittadino

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