martedì 5 aprile 2011

Il Pd: «Fermate il cemento a Vittadone» - A sollevare critiche è la richiesta di Silvano Chiapparoli di trasformare da agricola a produttiva l’area di Cascina Battaglia. Appello per bloccare i 350mila metri quadrati di capannoni

Un’ondata di cemento per Vittadone con la trasformazione di 350 mila metri quadrati di terreno da destinazione agricola a quella produttiva: «Così si distrugge il territorio invece di recuperare le aree industrializzate abbandonate». È l’accusa del Pd di Casale che ritorna sulla vicenda della richiesta di trasformazione del terreno agricolo di Cascina Battaglia fatta dal proprietario delle aree, il cavaliere Silvano Chiapparoli, e sostenuta dall’amministrazione comunale di Casale. Dopo averw sempre detto di no, nell’ultimo mese c’è stata anche una sottile apertura da parte della Provincia, che per bocca dell’assessore Nancy Capezzera ha dichiarato di essere sempre attenta allo sviluppo del territorio là dove sia in grado di portare effettiva occupazione. «Ci chiediamo se sia davvero utile aprire a un insediamento da quasi 400mila metri quadrati su terreni oggi agricoli quando ancora rimangono inutilizzate aree previste con la destinazione produttiva dagli attuali strumenti urbanistici per diverse centinaia di migliaia di metri quadrati - chiede il segretario del Pd Federico Moro -. Parliamo sia di aree di Casale che potrebbero essere riconvertite sia disponibilità poco distanti come quella di Bertonico ex Gulf, a un solo chilometro di distanza». Anche perché più di un dubbio riguarda i tempi d’attuazione di un eventuale piano di insediamenti produttivi a Cascina Battaglia.«Gli strumenti urbanistici, locale e provinciale, segnano quel terreno come agricolo - spiega Moro -. Dunque, bisogna fare un’operazione a tavolino per variare la destinazione d’uso, che comporta almeno un anno e mezzo o due di lavoro, considerando che il Pgt locale non è ancora avviato. A questo punto chiedo quali aziende vogliono venire a Casale sapendo di poterlo fare tra quattro o cinque anni. Questa è un’operazione finalizzata solo a cambiare la destinazione d’uso delle aree, da agricola a produttiva».Un’operazione che va contro la normativa e le linee guida di lavoro dichiarate più volte sia in Regione sia in Provincia di Lodi a proposito del consumo di suolo. «In Regione e in Provincia gli indirizzi teorici sono quelli di andare a occupare con insediamenti produttivi prioritariamente le aree dismesse, che è un indirizzo condivisibile - continua Moro -. E allora il presidente Pietro Foroni che cosa pensa dell’iniziativa di Casale?».A rispondere a Moro pensa il segretario della Lega Nord di Casale Giovanni Bruschi, che getta acqua sul fuoco. «Moro grida al lupo prima di averlo visto - dice Bruschi -. Al momento non c’è alcuna autorizzazione concessa dal Comune su quelle aree. C’è soltanto un progetto che fu presentato anni fa e che ora il proprietario delle aree ha riportato in auge. Ci sono diversi passaggi da fare, ma al momento mi risulta che l’amministrazione non abbia dato alcuna autorizzazione. A tempo debito, quando ci saranno dei passaggi formali, parleremo della questione e prenderemo le decisioni più opportune coinvolgendo tutti gli attori. La Lega non ha mai fatto pressing in alcun modo sulla questione, e vogliamo anzi rispettare tutti i passaggi tecnici e amministrativi in modo rigoroso». Fonte: Il Cittadino

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