I pomodori del Sudmilano sono arsi. I coltivatori stanno osservando con preoccupazione che i cavi per l’agricoltura sono in secca, così come è asciutta la roggia Vettabbia che li alimenta. In questi giorni, gli addetti ai lavori, che si dicono spiazzati, si stanno interrogando riguardo le scelte assunte dal comune di Milano, che convoglia l’acqua di falda verso altre destinazioni, lasciando il Parco agricolo all’asciutto. «Non sappiamo più come fare - lancia l’allarme il conduttore agricolo di Poasco, Francesco Villa -, io ho recentemente piantato otto ettari di pomodori, ma andando avanti così le pianticelle rischiano di non attecchire, perché non riesco in nessun modo ad annaffiarle. Dovrei piantarne altri a breve, così come avevo intenzione di fare con le zucchine, ma non so più come destreggiarmi. Dal momento che sono l’unico nel circondario ad avere puntato sugli ortaggi, gli altri utenti convogliano la poca risorsa verso i miei campi, ma non è comunque sufficiente, perché tra tutto la quantità di acqua a disposizione è davvero irrisoria. In quasi quarant’anni che coltivo questi appezzamenti del Sudmilano una situazione del genere non l’avevo mai vista». A breve partiranno quindi una serie di appelli da parte dei rappresentanti della categoria, i quali si rivolgeranno alle istituzioni per cercare di capire cosa stia accadendo. L’apprensione è molta. Anche perché, nei prossimi mesi, quando il mais reclamerà acqua, il fabbisogno crescerà in modo esponenziale. In base ai calcoli sarà necessaria una portata idrica di minimo 500 litri al secondo. «Il comune di Milano - prosegue Villa -, aveva promesso di valorizzare le rogge, facendo scorrere acqua di falda, quindi pulita. Nella Vettabbia, addirittura dovevano sguazzare i pesci. Mentre basta fare un giro a Milano in prossimità del tratto alto di roggia per vedere che c’è solo melma. Pertanto a noi non arriva niente, e la situazione è veramente molto critica». Di periodi difficili chi lavora la terra ne ha passati tanti, ma questa volta, anche coloro hanno lunga memoria, dichiarano che è stato veramente toccato il fondo. Risalgono a 5 o 6 anni fa i tempi in cui i conduttori agricoli di Poasco e dintorni dovevano centellinarsi, stando svegli la notte, quella poca essenziale risorsa che passava il comune di Milano. Dopodiché lo stesso Villa ha deciso di abbinare al mais gli ortaggi, proprio per aggirare l’ostacolo, in quanto la verdura segue altri ritmi e all’epoca sembrava una buona soluzione. Per un lungo periodo, confermano gli addetti ai lavori, di particolari disagi non ce ne sono più stati. Fino a quest’anno, in cui i cavi in secca sono tornati ad essere una dura realtà, che sta dando filo a torcere agli agricoltori del Sudmilano. Fonte: Il Cittadino
martedì 12 aprile 2011
San Donato - Milano “taglia” l’acqua, campi a secco - Il capoluogo lascia il Parco agricolo all’asciutto, l’imprenditore Francesco Villa: «Le piante non riescono ad attecchire». Disagi per gli operatori agricoli che denunciano: colture a rischio
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