Il quartiere di Metanopoli è finito al centro di alcune verifiche della
Asl, su sollecito di un gruppo di sandonatesi della zona. Ma la
relazione di quanto è emerso per il momento è a conoscenza solo degli
addetti ai lavori, affinché risolvano i problemi riscontrati.Il
principale disagio, per quanto concerne il fronte igienico - sanitario
sembra legato soprattutto alla spazzatura che, a dire dei cittadini
della zona, i negozianti di via Alfonsine, in assenza di alternative,
depositano all’aperto, sul retro delle loro botteghe. Facendo notare i
ritardi che si sono cumulati per la realizzazione dei sistemi
meccanizzati a scomparsa, i diretti interessati spiegano che i nuovi
moderni dispositivi in prima battuta avrebbero proprio dovuto risolvere
il dilemma della mancanza di strutture apposite per la raccolta
differenziata nel tratto di quartiere che si estende da via Alfonsine,
fino alla zona in prossimità della Chiesa Santa Barbara.Al fine di
restituire alla zona un clima di ordine e pulizia, allo scioglimento
della ex cooperativa inquilini Eni, nel 2007, era stata versata all’Acs
(Azienda comunale servizi) la somma di 300 mila euro per la
realizzazione del progetto. Ma, in assenza di sviluppi i residenti più
attivi circa un mese fa hanno lanciato un nuovo appello alle
istituzioni, attraverso un esposto inviato alla Asl, al prefetto,
soprattutto per quanto concerne l’ordine pubblico, nonché ad alcuni
referenti della Regione Lombardia e ai vertici del comune di San Donato.
Nel documento corredato di un centinaio di firme i promotori hanno
elencato tutti i disagi che sembrano accomunare una gran quota di
abitanti di Metanopoli. Oltre al dilemma dell’immondizia, il gruppo
civico spontaneo ha anche fatto cenno ai vandali dei muri, che con
bombolette spray minacciano il decoro urbano, nonché ad un clima serale e
notturno fatto di schiamazzi di adolescenti, i quali soprattutto nella
bella stagione paiono mettere a dura prova la pazienza e il sonno di chi
risiede nei caseggiati circostanti a via Alfonsine. Per il momento,
l’unica risposta ufficiale è stata trasmessa alla Asl, con una nota in
cui avverte coloro i quali hanno chiesto verifiche che le risultanze del
sopralluogo «sono state trasmesse alle autorità comunali, al fine di
attivare le opportune azioni risolutive della problematica esposta». A
questo punto gli interessati stanno valutando l’ipotesi di recarsi in
municipio per prendere visione del documento. Nel frattempo, già in
settembre c’è si chi mostra risoluto nell’intenzione di tornare alla
carica sul progetto mai decollato dei sistemi di raccolta meccanizzati.
Tenendo conto infatti che tra meno di un anno la città andrà a votare, i
residenti iniziano a chiedersi se entro quella data il comune riuscirà
ad investire il fondo depositato presso l’azienda. L’interrogativo
riguarda i 300 mila euro finalizzati ad un progetto che dovrebbe in
parte garantire spazi idonei per i rifiuti provenenti sia dalle
abitazioni che dalle attività commerciali.Fonte: Il Cittadino