sabato 6 agosto 2011

Il fiume Po e il sistema d’acque: quattro milioni per corsi e canali

E chi l’ha detto che nel Lodigiano solo i grandi tracciati d’acqua (Po in testa) possano vantare percorsi d’argine fruibili in bicicletta? Interclusa tra le foci del Lambro ad occidente e dell’Adda ad oriente, c’è tutta un’area lodigiana attigua alla riva sinistra del grande fiume che chiede solo di essere attrezzata per essere meglio fruita. Il colatore dell’Ancona, quindi quello contiguo della Mortizza che si aggancia con il corso d’acqua dell’Allacciante che a sua volta si interconnette con il Gandiolo: ecco il “sistema d’acque” da valorizzare e da mettere in sicurezza nei suoi argini, ecco quella rete di corsi d’acqua su cui corrono chilometri e chilometri di strade alzaie da trasformare in veri e propri percorsi ciclabili.Proprio questa è la finalità dell’intervento presentato dal Consorzio Bonifica Muzza Basso Lodigiano all’interno del progetto “Lodigiano per Expo”: finanziato per quasi 2 milioni di euro (su un costo complessivo di 4 milioni di euro), l’intervento in questione è “il fiore all’occhiello” di tutto il pacchetto dei progetti lodigiani premiati dalla Regione. Di lavoro, peraltro, ne è previsto molto.
Numerosi, ad esempio, saranno i manufatti e le pertinenze idrauliche da sistemare e riqualificare.E che dire dei chilometri di strade alzaie su cui mettere mano? Giovedì sera i funzionari ed i tecnici dello Ster di Lodi, del Consorzio di Bonifica e dell’Aipo sono stati bravi nel far capire la portata dell’intervento. Immagini e diapositive alla mano, i relatori hanno mostrato la situazione esistente oggi lungo questo sistema di colatori. Argini da mettere in sicurezza con specifiche opere idrauliche, innanzi tutto. E poi tutta una serie di interventi di riqualificazione per far diventare percorsi ciclabili quelle strade alzaie d’argine che in qualche caso già ci sono ma non sono adeguatamente attrezzate, in altri casi invece non ci sono proprio.Con l’utilizzo di materiali ecologici (ghiaia in primis), l’obiettivo è quello di disegnare una vera e propria “rete di percorsi” ciclabili, che possa contare su arredi non invasivi, su cartellonistica turistica adeguata, su bacheche informative che possano fare da punto di riferimento ai turisti in bicicletta che qui si troveranno a pedalare. Perché una cosa è sicura: in più punti questi percorsi incontreranno cascine, edifici storici e religiosi che meritano una visita ed una sosta. Nel progetto è anche prevista la realizzazione (dove necessario) di ponti pedonali in legno per gli attraversamenti dei colatori, nonché la piantumazione di 400 piante già sviluppate e di 7 mila e 300 piante forestali.Fonte: Il Cittadino
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