Contro la Tem ultima chance al Quirinale. La sezione sud est Milano di
Italia Nostra bussa alla segreteria di Giorgio Napolitano, ed a quella
dei ministri Matteoli e Prestigiacomo, per chiedere di non fare l’ultimo
passo: non costruire la Tem e la “gemella” Toem. E nel caso, ormai
praticamente certo, che si facciano, «eliminare dal progetto il nodo di
opere locali attorno a Cerro al Lambro, che rappresenta la fine del
Parco Sud e la totale separazione sociale e culturale di Riozzo e
Cerro». In altri termini: se dopo l’ok del Cipe c’è ancora spazio (poco,
secondo Italia Nostra), per salvare il salvabile, quello spazio è
rappresentato dalla catasta di bretelle, connessioni, tangenzialine
presentate come il “vero” affare in arrivo. Sfoltirle sarebbe invece più
intelligente che tirarsele addosso tutte, secondo il presidente Kisito
Prinelli di Riozzo e gli associati. Italia Nostra non esita a rivolgersi
alla massima carica dello Stato: «Scriviamo per sottoporre una
questione a cui forse solo Voi potete porre rimedio», si legge nelle
prime righe. Che la est esterna, con gli altri 40 chilometri della nuova
tangenziale ovest, rappresenti la totale fine del Sudmilano e dell’Alto
Lodigiano “zone verdi”, per gli estensori dell’appello nemmeno c’è
bisogno di discuterlo: «Andiamo verso uno scenario spaventoso di come
sarà il Sudmilano fra qualche decennio. Scatterà un meccanismo
irreversibile fatto di attrazione di traffico nuovo e nuove attività
lavorative, capannoni in pratica, verso le tangenziali. Per stessa
ammissione di Tem Spa le opere creeranno nuove possibilità di lavoro,
industriali e commerciali. Avremo un traffico che uscito da un’
efficiente superstrada privata, si dovrà riversare su strade comunali e
provinciali per le quali oggi non ci sono nemmeno i soldi per coprire le
buche». Il Parco Sud diventerà il simulacro di se stesso: «Perderà la
sua continuità già fragile e la sua funzionalità, lasciando il posto ad
un caos anonimo di situazioni commerciali e logistiche che,
sviluppandosi come un cancro attorno a queste autostrade alimentate
dalla fame degli enti locali, andranno oltre ad uccidere il Parco
agricolo anche a rovinare la salute di chi vive in quelle zone.
Ricordiamoci i dati lodigiani sulla mortalità per tumori».Fonte: Il Cittadino