mercoledì 17 agosto 2011

Lodi - I capoluoghi tagliati provano a reagire

Il Lodigiano non starà a guardare. È già partita la battaglia per salvare la Provincia di Lodi, l’unica della Lombardia tra le 28 a rischiare la cancellazione dalla cartina dopo il decreto di Ferragosto. Due i criteri che sembrano non lasciare speranza alla provincia nata nel 1992, dopo anni di battaglie per l’autonomia. Né il requisito demografico (sono salve le province con una popolazione superiore ai 300mila abitanti per cui farà fede il censimento 2011), né quello territoriale (per cui, invece, dalla mannaia del governo sono escluse le circoscrizioni provinciali con una estensione pari o superiore ai 3mila chilometri quadrati) sono d’aiuto al Lodigiano.
Il primo passo, ieri, è stato del sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, che ha steso un documento su cui cercherà la convergenza di tutte le città che rischiano di vedersi strappare lo status di capoluogo di provincia. E, con esso, tutti i servizi connessi. Se il decreto, infatti, dovesse passare così com’è, spariranno Prefettura, in quanto ufficio territoriale di governo e presidi provinciali delle forze dell’ordine. Con ricadute sul fronte della sicurezza. La missiva punta a creare una “rete” tra le città che faccia da avamposto per la battaglia. La seconda iniziativa invece guarda già più in là e agli scenari che potrebbero aprirsi nel prossimo futuro se nel decreto non dovessero esserci variazioni in grado di salvare il Lodigiano. E punta a tenere unito il territorio. Perché se non è stato ancora chiarito cosa succederà ai territori toccati dal provvedimento, il decreto chiama in causa la Costituzione e l’articolo 133, secondo cui sono i comuni a doversi esprimere sulle circoscrizioni provinciali. Ergo, al Lodigiano toccherà ripercorrere il cammino già compiuto, ma a ritroso. Se per costituire la Provincia di Lodi era stato necessario che tutti i comuni deliberassero in consiglio la volontà di adesione, anche in caso di accorpamenti, il viaggio sarà pressoché identico. A prendere posizione, ieri, per Palazzo San Cristoforo, è stato il presidente del consiglio provinciale, Massimo Codari. Che ha annunciato una riunione dei capigruppo per il 18 settembre in cui si valuterà nel merito la manovra e le sue conseguenze. E in cui non mancheranno riflessioni sulle strategie. Oggi, intanto, il testo sarà presentato ufficialmente in Senato. Per poi approdare in aula tra il 5 e il 6 settembre prossimi. Tra le ipotesi di accorpamento, quella che sembra piacere di più in queste ore è l’asse Lodi- Cremona per affinità territoriali e d’identità, ma al momento non è possibile sapere se l’opzione è percorribile. Di certo, da molti, l’idea di tornare “con Milano” spaventa. Il rischio, per molti, è non riuscire ad arginare l’avanzata della metropoli sui campi. Con il risultato di diventare una periferia.Fonte: Il Cittadino
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