giovedì 18 agosto 2011

Orio, il Museo del pellegrino negli spazi di villa Litta Carini

Le architetture settecentesche di Villa Litta Carini come scenario suggestivo del Museo del pellegrino del tratto lodigiano della via Francigena. È ben più di un’ipotesi quella che da giorni sta circolando insistentemente ad Orio Litta, piccola municipalità della Bassa da quindici anni in prima linea nell’accoglienza dei pellegrini in transito da tutto il mondo. La conferma arriva dal sindaco Pierluigi Cappelletti, “anima” tra le più infaticabili nel coordinamento dei flussi di pellegrinaggio in questo tratto di Bassa.
«L’idea di un Museo del pellegrino è maturata dopo che l’assessore provinciale alla cultura Mariano Peviani ha accennato proprio a questa esigenza espositiva - spiega Cappelletti -. Svolgendo da anni l’accoglienza di tutti i “romei” che passano sulla via Francigena, mi pare logico implementare l’attività del “Comitato accoglienza pellegrini” di Orio Litta, ideando proprio nella nostra comunità un museo dedicato ai cammini ed agli itinerari della fede». Ma Orio Litta ha a disposizione una struttura adatta alla scopo? «Fortuna vuole che abbiamo non uno, ma due immobili di assoluto pregio storico e architettonico che molti ci invidiano e che potrebbero servire allo scopo - incalza il sindaco -. Mi riferisco alla grangia medioevale benedettina ristrutturata nell’Anno Santo ed a Villa Litta Carini. La grangia avrebbe spazi idonei, così come Villa Litta. Sono sincero: quest’ultima locazione darebbe poi al museo uno scenario settecentesco davvero suggestivo e prezioso». Parole, queste di Cappelletti, che sembrano orientare la scelta verso la seconda ipotesi, quella di Villa Litta. Nel merito, Cappelletti qualche dettaglio in più lo fornisce. «Proprietaria della villa, la signora Carini ha già dato la sua disponibilità a mettere a disposizione per il futuro museo la sacrestia della cappella gentilizia della villa, un luogo storico ricco di fascino - informa il primo cittadino -. A giorni faremo un sopralluogo. Non escludiamo comunque a priori la soluzione della grangia benedettina, nella cui torre i pellegrini già trovano ricovero e dormono. La grangia medioevale, con il suo muraglione a bifore ed il teatro all’aperto, è un gioiello incredibile che fa strabuzzare gli occhi a tutti gli ospiti». Ma cosa esporrà il museo? «Innanzitutto i due registri che dal 1999 raccolgono oltre 1.650 firme di persone ospitate, con le loro testimonianze di vita e di cammino, con i disegni e i bozzetti - conclude Cappelletti -. Poi immagini del percorso delle vie Francigene e degli itinerari del pellegrinaggio europeo, per riscoprire le nostre radici culturali. Oltre naturalmente a ricostruzioni di come vestivano i romei nel Medio Evo e cosa mangiavano».Fonte: Il Citadino
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