Le architetture settecentesche di Villa Litta Carini come scenario
suggestivo del Museo del pellegrino del tratto lodigiano della via
Francigena. È ben più di un’ipotesi quella che da giorni sta circolando
insistentemente ad Orio Litta, piccola municipalità della Bassa da
quindici anni in prima linea nell’accoglienza dei pellegrini in transito
da tutto il mondo. La conferma arriva dal sindaco Pierluigi
Cappelletti, “anima” tra le più infaticabili nel coordinamento dei
flussi di pellegrinaggio in questo tratto di Bassa.
«L’idea di un Museo
del pellegrino è maturata dopo che l’assessore provinciale alla cultura
Mariano Peviani ha accennato proprio a questa esigenza espositiva -
spiega Cappelletti -. Svolgendo da anni l’accoglienza di tutti i “romei”
che passano sulla via Francigena, mi pare logico implementare
l’attività del “Comitato accoglienza pellegrini” di Orio Litta, ideando
proprio nella nostra comunità un museo dedicato ai cammini ed agli
itinerari della fede». Ma Orio Litta ha a disposizione una struttura
adatta alla scopo? «Fortuna vuole che abbiamo non uno, ma due immobili
di assoluto pregio storico e architettonico che molti ci invidiano e che
potrebbero servire allo scopo - incalza il sindaco -. Mi riferisco alla
grangia medioevale benedettina ristrutturata nell’Anno Santo ed a Villa
Litta Carini. La grangia avrebbe spazi idonei, così come Villa Litta.
Sono sincero: quest’ultima locazione darebbe poi al museo uno scenario
settecentesco davvero suggestivo e prezioso». Parole, queste di
Cappelletti, che sembrano orientare la scelta verso la seconda ipotesi,
quella di Villa Litta. Nel merito, Cappelletti qualche dettaglio in più
lo fornisce. «Proprietaria della villa, la signora Carini ha già dato la
sua disponibilità a mettere a disposizione per il futuro museo la
sacrestia della cappella gentilizia della villa, un luogo storico ricco
di fascino - informa il primo cittadino -. A giorni faremo un
sopralluogo. Non escludiamo comunque a priori la soluzione della grangia
benedettina, nella cui torre i pellegrini già trovano ricovero e
dormono. La grangia medioevale, con il suo muraglione a bifore ed il
teatro all’aperto, è un gioiello incredibile che fa strabuzzare gli
occhi a tutti gli ospiti». Ma cosa esporrà il museo? «Innanzitutto i due
registri che dal 1999 raccolgono oltre 1.650 firme di persone ospitate,
con le loro testimonianze di vita e di cammino, con i disegni e i
bozzetti - conclude Cappelletti -. Poi immagini del percorso delle vie
Francigene e degli itinerari del pellegrinaggio europeo, per riscoprire
le nostre radici culturali. Oltre naturalmente a ricostruzioni di come
vestivano i romei nel Medio Evo e cosa mangiavano».Fonte: Il Citadino