Sette amministrazioni comunali sull’asse del medio Lodigiano accelerano
per unire servizi e funzioni: si tratta di Brembio, Secugnago, Turano,
Ossago, Livraga, Ospedaletto e Mairago. Le amministrazioni si
incontreranno sabato mattina a Brembio per un primo incontro preliminare
lungo la strada dell’unione, che secondo la Finanziaria in corso di
approvazione al parlamento dovrebbe andare a regime per i comuni sotto i
mille abitanti entro la fine dell’anno e per le realtà sotto i 5mila
abitanti, il caso delle amministrazioni del medio Lodigiano, in parte
entro la fine dell’anno e completamente entro la fine del 2012.
Secondo
il procedimento dell’unione dei Comuni, gli uffici e le competenze di
carattere locale restano in carico alle singole amministrazioni, giunte e
consigli comunali, ciascuno con i propri uffici, ma i ruoli di
responsabilità per i servizi e le decisioni sovra-comunali andrebbero in
capo all’unione dei comuni in modo da ottenere economie di scala e
risparmi sulle spese, a partire dal personale. «Il senso dell’iniziativa
che vogliamo assumere è quello di non aspettare le decisioni calate
dall’alto, ma piuttosto quello di farci parte attiva nella proposta sul
territorio - dice il primo cittadino di Brembio Giuseppe Sozzi,
promotore dell’iniziativa -. Con Secugnago e con Turano c’era un
ragionamento già avviato, a cui speriamo possano unirsi anche le altre
realtà che ci hanno manifestato interesse per l’iniziativa. Quello a cui
puntiamo però è l’unione dei comuni, non il sistema delle convenzioni
comunali». Nel caso andasse in porto l’unione dei Comuni interessati,
l’accordo riguarderebbe un bacino d’utenza complessivo di circa 12mila
abitanti. Ma l’approfondimento che i comuni intendono perseguire non è
chiuso ad altri scenari. «La nostra ipotesi di lavoro è aperta, e anzi
auspichiamo che possa esserci un’attività di coordinamento e indirizzo
superiore da parte della Provincia di Lodi e dell’Acl, l’Associazione
comuni lodigiani - conclude Sozzi -. Se tutto il Lodigiano fosse in
grado di autoregolarsi nell’istituzione delle unioni comunali e delle
altre forme di razionalizzazione, allora davvero il territorio
riuscirebbe a autodeterminare il suo futuro. In caso contrario, saremo
in balia delle decisioni di altri, calate dall’alto e magari inopportune
per le nostre realtà».Fonte: Il Cittadino