mercoledì 7 settembre 2011

Codogno - Ville Biancardi e Polenghi, cancellate da dimenticare

Antica ed originale, la prima sta cadendo letteralmente a pezzi. In metallo e con pochi anni sulle spalle, la seconda è invece in perfette condizioni ma abbruttisce uno dei parchi storici della città. Brutte storie di cancellate, nello specifico quelle di due delle più signorili dimore della città: villa Biancardi e villa Polenghi. Di proprietà dell’omonima famiglia, villa Biancardi risale al primo Novecento, edificata su progetto dell’allora famoso architetto Gino Coppedè. Niente da dire: nella sua imponenza, la residenza incanta per forme architettoniche e cromatismi, alternando il rosso dei mattoni al bianco della pietra. Il degrado sta però tutto nel perimetro di confine.
Nella cancellata, appunto. Che è tutta un susseguirsi di stretti ed originali rettangoli in pietra con punta decorativa ormai ridotti letteralmente a pezzi. Per averne conferma basta camminare lungo il perimetro della villa, iniziando da via Cabrini e proseguendo su viale Risorgimento: non c’è angolo dell’antica cancellata che si salvi, la pietra delle antiche strisce di sbarramento è completamente sgretolata e dove ancora è saldata all’»anima» in ferro che è all’interno spesso basta un tocco per farla spezzare. A parte il senso di abbandono, è la sicurezza a chiedere attenzione. Perché dove la pietra della cancellata non c’è più, ci sono chiodi e “spuntoni” di ferro arrugginito in bella vista, questi ultimi in molti casi con le punte pericolosamente rivolte all’esterno, direttamente sul marciapiede che costeggia la villa. Solo gli ingressi della villa scampano alla rovina: lo stile è lo stesso, in questo caso però i rettangoli verticali della cancellata sono ben tenuti, rifatti in legno probabilmente in epoca più recente. Da villa Biancardi a villa Polenghi, la situazione cambia poco. Stavolta è però la modernità a fare a pugni con le belle architetture di questa villa in stile eclettico sempre di primo Novecento, di proprietà della società privata “Il Parco”. Il focus si sposta in questo caso all’interno del parco Polenghi, ingresso da via Diaz: a pochi metri dalla villa padronale ecco spuntare a sorpresa un cancello di metallo con tanto di cancelletto di apertura, linee moderne di una delimitazione realizzata negli anni passati, quando ancora nessun vincolo di tutela permetteva la salvaguardia della villa Polenghi e del suo parco. Una bruttura, senza dubbio, che fa aumentare il senso di abbandono e di poco rispetto per uno dei complessi architettonici più belli della città.Fonte: Il Cittadino
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