È rischio ambientale alla Pantaeco: la vasca di deposito del percolato
ha raggiunto livelli critici e il bordo è pericolosamente vicino,
nessuno sembra interessarsi al suo smaltimento e una fuoriuscita
finirebbe con l’intaccare direttamente la falda acquifera. L’allarme è
lanciato dal consigliere comunale di minoranza Leopoldo Cattaneo dopo la
visita all’impianto avvenuta martedì scorso, ma è confermata
implicitamente dal sindaco Flavio Parmesani, che comincia a preoccuparsi
per uno smaltimento d’ufficio da parte del comune.
Nell’ambito del
tavolo di lavoro creato dagli amministratori casalini per monitorare la
questione della Pantaeco e del lavoro a Casale, martedì scorso una
delegazione composta dai capigruppo, dal sindaco Flavio Parmesani e dal
presidente del consiglio comunale Nicola Locatelli ha fatto visita alla
discarica accompagnata dai responsabili del sito. È durante il giro di
ricognizione che la delegazione è arrivata anche alla vasca di deposito
del percolato, vicino alla sede della vecchia discarica. Qui il residuo
della decomposizione dei rifiuti, una sorta di catrame liquido e
viscoso, ha raggiunto e superato il livello d’attenzione e ormai sfiora
il bordo del grande contenitore in cemento, grosso modo una vasca dalle
dimensioni di una piscina. «Ancora pochi centimetri e il percolato
potrebbe tracimare - denuncia Leopoldo Cattaneo -. La formazione di
ulteriore percolato o anche soltanto la pioggia potrebbero alzare il
volume fino a farlo uscire dalla vasca di contenimento. E il percolato
fuori dalla vasca significa infiltrazione nel terreno e da lì
direttamente nella falda, con un rischio concreto di disastro
ambientale».La discarica è chiusa da inizio luglio per ingiunzione del
giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, che ha
messo sotto sequestro il sito per il pericolo di reiterazione del reato
di traffico illecito di rifiuti con il conferimento in discarica di
quantitativi molto superiori a quelli autorizzati, oltre 80 mila metri
cubi in più, 50 mila tonnellate in più. La discarica è oggi inattiva e
la lavorazione non sembra essere in procinto di riprendere a breve.«In
totale parliamo di 500 mila metri cubi di materiale che oggi è di fatto
incustodito e senza manutenzione alcuna - continua Leopoldo Cattaneo -.
Il pericolo è reale e concreto e le istituzioni devono intervenire prima
che si faccia il disastro. Altrimenti se ne deve interessare la procura
della Repubblica».Pur senza allarmi, anche il sindaco Flavio Parmesani è
ben conscio del problema. «Il problema esiste e non so per quanto tempo
potrà restare sotto controllo - afferma il primo cittadino -. Anche per
questo è importante che l’attività dell’impianto possa essere almeno
parzialmente sbloccata e che l’azienda possa smaltire il percolato.
Altrimenti se ne dovrà far carico il comune, con una spesa importante,
forse 60 o 70 mila euro».Fonte: Il Cittadino