martedì 20 settembre 2011

I Comuni del sud Milano - Gaggiano

Chiesa di Sant' Eugenio (nella foto) - Gaggiano e' ricordato, gia' nel 1146, in vari istrumenti relativi a terreni che certi Girardo e Giovanni Boccardi di Milano tenevano per feudo; allo stesso modo, sempre per atti inerenti ad investimenti di terreni, un secolo prima (nel 1054) viene ricordata la localita' di Barate. E' noto che un tale Alberto da Gaggiano, preposto di Lodi, nel 1168 ricevette dall'Arcivescovo S. Gandino l'intimazione di scostarsi dal partito dello scismatico Federico I di Svevia, detto "Il Barbarossa", Imperatore tedesco che nel marzo 1159, mentre preparava un'imboscata contro i milanesi, aveva attestato a Gaggiano parte delle truppe dei propri alleati. Piu' di un secolo dopo, nel 1274, il Carroccio dei Milanesi, sosto' a Gaggiano mentre era diretto contro i pavesi. A Gaggiano, lungo il percorso del canale, sono inoltre ancora presenti numerosi lavatoi, a testimonianza di una presenza fondamentale del Naviglio nella vita quotidiana del paese. Anche l'agricoltura, favorita dall'abbondanza di acque per l'irrigazione, ebbe fin dal Medioevo una notevole importanza, suggerita dalla presenza di insediamenti agricoli creati dagli ordini religiosi dei Certosini (Frazione Vigano), dei Benedettini (Cascina Montano) e dei Vescovi di Milano (Frazione Barate). Di grande interesse e' in particolare la frazione Vigano Certosino, un antico insediamento monastico (mentre gli antichi documenti la descrivono come castello), gia' dipendente dalla Certosa di Pavia e che fino al 1769 fu appunto possedimento dei Certosini (che nel 1400 avevano ricevuto estesi terreni da Gian Galeazzo Visconti) che la utilizzarono come loro residenza o come casa di abitazione comune; l'edificio, ancora conservato, presenta tracce di dipinti di epoche varie. In quel loro dominio, i Certosini dal 1497 al 1511 edificarono una piccola Certosa che, nonostante le trasformazioni successive, ha conservato quasi intatta la facciata, pregevole per i dipinti del pittore pavese Bernardino de' Rossi, cui, fino al 1894 non erano attribuite lo erano in modo dubbio. Dall'attenta lettura dei manoscritti del certosino Matteo Valerio, conservati nella Biblioteca di Brera, risulta invece che fu proprio Bernardino de' Rossi a dipingere la Certosa di Vigano "dalli 15 gennaio alli 9 aprile 1511". Cosi' alle sue glorie di aver lavorato nella Certosa di Pavia, sono infatti opera del suo pennello gli affreschi della porta grande della Certosa, si aggiunse quella di aver fatto opera migliore a Vigano. Al De' Rossi furono poi attribuiti anche i dipinti del Cenacolo di Santa Maria delle Grazie e di alcune sale del Castello Sforzesco di Milano.
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