Chiesa di Sant' Eugenio (nella foto) - Gaggiano
e' ricordato, gia' nel 1146, in vari istrumenti relativi a terreni che
certi Girardo e Giovanni Boccardi di Milano tenevano per feudo; allo
stesso modo, sempre per atti inerenti ad investimenti di terreni, un
secolo prima (nel 1054) viene ricordata la localita' di Barate. E' noto
che un tale Alberto da Gaggiano, preposto di Lodi, nel 1168 ricevette
dall'Arcivescovo S. Gandino l'intimazione di scostarsi dal partito dello
scismatico Federico I di Svevia, detto "Il Barbarossa", Imperatore
tedesco che nel marzo 1159, mentre preparava un'imboscata contro i
milanesi, aveva attestato a Gaggiano parte delle truppe dei propri
alleati. Piu' di un secolo dopo, nel 1274, il Carroccio dei Milanesi,
sosto' a Gaggiano mentre era diretto contro i pavesi. A Gaggiano, lungo
il percorso del canale, sono inoltre ancora presenti numerosi lavatoi, a
testimonianza di una presenza fondamentale del Naviglio nella vita
quotidiana del paese. Anche l'agricoltura, favorita dall'abbondanza di
acque per l'irrigazione, ebbe fin dal Medioevo una notevole importanza,
suggerita dalla presenza di insediamenti agricoli creati dagli ordini
religiosi dei Certosini (Frazione Vigano), dei Benedettini (Cascina
Montano) e dei Vescovi di Milano (Frazione Barate). Di grande interesse
e' in particolare la frazione Vigano Certosino, un antico insediamento
monastico (mentre gli antichi documenti la descrivono come castello),
gia' dipendente dalla Certosa di Pavia e che fino al 1769 fu appunto
possedimento dei Certosini (che nel 1400 avevano ricevuto estesi terreni
da Gian Galeazzo Visconti) che la utilizzarono come loro residenza o
come casa di abitazione comune; l'edificio, ancora conservato, presenta
tracce di dipinti di epoche varie. In quel loro dominio, i Certosini dal
1497 al 1511 edificarono una piccola Certosa che, nonostante le
trasformazioni successive, ha conservato quasi intatta la facciata,
pregevole per i dipinti del pittore pavese Bernardino de' Rossi, cui,
fino al 1894 non erano attribuite lo erano in modo dubbio. Dall'attenta
lettura dei manoscritti del certosino Matteo Valerio, conservati nella
Biblioteca di Brera, risulta invece che fu proprio Bernardino de' Rossi a
dipingere la Certosa di Vigano "dalli 15 gennaio alli 9 aprile 1511".
Cosi' alle sue glorie di aver lavorato nella Certosa di Pavia, sono
infatti opera del suo pennello gli affreschi della porta grande della
Certosa, si aggiunse quella di aver fatto opera migliore a Vigano. Al
De' Rossi furono poi attribuiti anche i dipinti del Cenacolo di Santa
Maria delle Grazie e di alcune sale del Castello Sforzesco di Milano.