sabato 24 settembre 2011

Il nuovo ProgRock: Karmakanic - "Two Blocks From The Edge" Live

Nato come un progetto parallelo del bassista e tastierista dei Flower Kings Jonas Reingold, i Karmakanic sono ormai diventati un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti del neo progressive classico, incentrato su modelli del passato quali Yes, Rush, Genesis ma allo stesso tempo attualizzato nell’era moderna. Le meritatissime attenzioni ricevute dalla band svedese in termini di critica e pubblico dopo l’eccellente “Who’s The Boss In The Factory” targato 2008 hanno alimentato l’attesa di questo nuovo e quarto capitolo in studio (anche se la band sembra voler sottolineare attraverso alcuni dettagli dell’artwork che si tratta in realtà del terzo disco), in cui Reingold e soci confermano il proprio talento compositivo. “In A Perfect World” è il nuovo disco di rock progressivo, caratterizzato da un sound profondo e arioso per il gran volume di tastiere utilizzato, cui non manca la grinta grazie ad una sezione ritmica assai dinamica e fantasiosa, senza tralasciare i meriti dell’ottimo Goran Edman dietro al microfono. L’arma in più dei Karmakanic risulta ancora una volta il songwriting brillante ed entrando nello specifico la capacità di scrivere linee vocali e melodie in genere, di grande effetto, oltre al merito di saper spaziare su metriche e cambi d’umore anche all’interno dello stesso pezzo, come accade negli oltre dieci minuti dell’ottima “1969” in apertura. Il sestetto scandinavo all’interno del disco alterna pezzi dal minutaggio dilatato come la sopraccitata opener o la bellissima “When The World Is Caving In” a brani più diretti quali “Turn It Up”, memorizzabile sin dal primo ascolto con scelte melodiche di scuola Marillion, mentre la spensierata “Can’t Take It With You” ci regala una riuscita miscela di heavy-jazz-cabaret. Dopo il leggero sbandamento di “There’s Nothing Wrong With The World”, bella nelle melodie drammatiche di strofa e ritornello, ma leziosa ed eccessiva nella sezione degli assoli, la band si riprende immediatamente per chiudere in bellezza con l’intimismo della conclusiva “When Fear Came To Town”. La release precedente aveva forse qualcosa in più in termini di continuità e ispirazione melodica, ma nel complesso “In A Perfect World” è un disco piacevole ben al di sopra il livello della maggior parte delle uscite in ambito progressive.
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