mercoledì 21 settembre 2011

Lavori in A1, il traffico piomba nel caos

L’Autosole paralizzata, i percorsi alternativi intasati: se il “buongiorno” si vede dal mattino, per i “pendolari su gomma” che dal Lodigiano devono raggiungere Milano si annunciano quaranta risvegli da mal di testa. Ieri la prima giornata di lavori per il completamento del cavalcavia di San Giuliano sulla Tangenziale Ovest ha infatti confermato tutti i timori sui disagi preventivati per chi, con la propria automobile o in autobus, deve superare lo “sbarramento” di un chilometro esatto lungo il quale la A1, per le attività del cantiere, si stringe da 3 a 2 corsie per senso di marcia, con canalizzazione del traffico su un’unica carreggiata.
Un’opera destinata a concludersi entro il 30 ottobre e che per alleviare i problemi degli automobilisti ha portato le società concessionarie Milano Serravalle e Autostrade per l’Italia a predisporre con gli enti dei territori interessati una serie di percorsi alternativi. Ma le misure, almeno per il momento, non hanno concesso grandi benefici ai viaggiatori, che nella fascia critica del mattino hanno dovuto fare i conti con code chilometriche in A1 e pesanti rallentamenti sulle altre arterie. L’esordio da incubo ha avuto come nastro di partenza il casello di Pieve sulla A1, indicato come svincolo-chiave da aggirare per la direttrice che da sud porta verso Milano. Qui i cartelloni hanno subito indicato la presenza di lunghe code sull’autostrada, arrivate a toccare la cifra shock di dodici chilometri. Per gli automobilisti la salvezza sembra quella dei percorsi alternativi della Sp 123 e Sp17, che dall’asta santangiolina permetterebbero di rientrare in A1 dallo svincolo Valtidone aggirando il nodo cruciale, ma che nei fatti si sono a loro volta appesantiti di traffico ben oltre le medie consuete. «Arrivato al casello ho trovato molte auto che uscivano dall’A1 e i cartelloni luminosi segnalavano 12 chilometri di coda - racconta Ferdinando di Sant’Angelo -. Sono uscito anch’io e ho fatto la Valtidone, che ovviamente era intasata. L’alternativa era la via Emilia, ma temevo che fosse ancora peggio. Ho capito da quei cartelli gialli che si trattava di una cosa lunga, non sapevo dei lavori: d’ora in poi vedrò come fare per raggiungere Milano in tempi ragionevoli». «Ci ho messo un’ora in più, era tutto rallentato», gli fa eco un altro barasino, Paolo, che per raggiungere il suo posto di lavoro a San Donato ha preso l’auto percorrendo lo stesso tragitto lungo la “Santangiolina” del bus che prende abitualmente. E pesanti ritardi hanno dovuto patire anche i 50 componenti del comitato Casale Respira saliti a Milano per protestare contro l’ipotesi dell’inceneritore Elcon: «Siamo entrati in autostrada a Ospedaletto Lodigiano ma all’altezza di Lodi siamo subiti usciti, - racconta Sara -, proseguendo in direzione Milano lungo la strada statale». Di fronte all’annuncio sui display luminosi dei 7 chilometri di coda, il gruppo è rientrato in A1 solo alla barriera di Melegnano: il viaggio tra la Bassa e la metropoli è così durato la bellezza di due ore. Monitorata sia dalla polstrada di Guardamiglio che dalla polizia provinciale, la situazione è fortunatamente rientrata nella normalità da metà mattinata in poi. Resta la minaccia di un mese e mezzo di traumatici viaggi: e considerati i veicoli che percorrono l’Autosole a pieno regime, non resta che augurarsi che il 30 ottobre arrivi il prima possibile.Fonte: Il Cittadino
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