Gli ambientalisti vogliono salvare l’insediamento rurale dalla colata di cemento e trovano “alleati” nella Lega e nel Pd. Italia Nostra alla giunta: «È un simbolo della nostra identità» .
«Perdere cascina Ronco sarà un duro colpo all’unità culturale e
identitaria per gli abitanti della frazione di San Donato».
L’associazione Italia Nostra si è così unita alla mobilitazione locale
contro la temuta colata di cemento, che porterebbe circa 300 nuovi
abitanti a Poasco, i quali si insedierebbero in un complesso previsto al
posto dell’ultima “fattoria” ancora funzionante del territorio. I
riflettori tornano ad accendersi sul piano di recupero che tra giugno e
luglio avrebbe dovuto raggiungere i banchi della politica, salvo una
frenata dell’ultimo minuto da parte della giunta, nell’ambito di una
dibattuta pagina. A scaldare il clima c’è stata infatti una decisa presa
di posizione, all’interno della maggioranza, da parte della Lega nord
che, contro la strategia edificatoria, ha già preannunciato battaglia. A
questo punto il sodalizio impegnato a livello nazionale nella
conservazione del patrimonio che arriva dal passato ha lanciato un
appello all’esecutivo di centrodestra sandonatese a cui ha indirizzato
una richiesta di variante al Pgt (Piano di governo del territorio) «al
fine di ripristinare la funzione ad uso agricolo della cascina». Nel
documento inviato nelle scorse settimane, Italia Nostra, rivolgendosi ai
vertici dell’ente locale, ricorda: «È nella possibilità di
un’amministrazione comunale, a nostro avviso anche un dovere,
intercedere con la proprietà della cascina e far sì che la comunità non
perda irrimediabilmente uno dei propri simboli come cascina Ronco e le
attività in essa svolte, da quelle agricole a quelle culturali». In un
altro passaggio, prosegue: «La comunità di cui vi occupate, persa la
cascina Ronco, guadagnerà anonime abitazioni che non godranno certamente
dell’affetto collettivo che oggi la gente nutre per la cascina». I
difensori dei beni che appartengono alla tradizione dei territorio hanno
anche sottolineato che «se necessario, nuove abitazioni potrebbero
sorgere altrove». L’accento viene così puntato sulle numerose occasioni
in cui l’antica struttura ha aperto le porte ad associazioni, visite
didattiche, trasformandosi in palcoscenico di spettacoli, messi in scena
dall’omonima “Compagnia del Ronco”. Tanto che il bene al centro
dell’attenzione viene definito «un vero e proprio centro aggregativo e
identitario per tutta la frazione, oltre a essere, in senso più ampio,
un punto di comunicazione e conoscenza tra mondo cittadino e mondo
agricolo». Nel frattempo sul delicato argomento è intervenuto anche il
coordinatore del Pd, Andrea Pasqualini che, in veste di consigliere
comunale, in un’interrogazione chiede alla squadra di governo «per quale
motivo l’amministrazione comunale non ha informato i cittadini e il
comitato della frazione sui contenuti del piano». Al tempo stesso
domanda quali siano le intenzioni in tema di coinvolgimento del
comitato. La cascina di Poasco torna dunque a scaldare il dibattito.Fonte: Il Cittadino