Un fontanile che rischia di scomparire, devastato dalle ruspe. Un bosco
che dal prossimo mese potrebbe passare dal verde dei pioppi e di altri
alberi potrebbe passare al grigio del cemento. Perché il comune vuole
riqualificare l’area e a farlo ci penserà Microsoft che nella zona ha
costruito il suo quartier generale. Di fronte a quello che giudicano uno
scempio si sono mossi i residenti. A maggio hanno bloccato una prima
volta le ruspe e ora, temendo la ripresa dei lavori, si sono mobilitati
di nuovo per salvare il fontanile “Il Gambarone”.
«Noi temiamo -
spiegano i residenti di San Felicino, autocostituitosi in comitato - che
il 15 ottobre possano ricominciare a devastare un ecosistema. Abbiamo
chiesto un incontro il 3 ottobre col sindaco, abbiamo dovuto aspettare
molto tempo per ottenerlo, e in cinque ci siamo presentati per parlare
col primo cittadino ma lui non c’era. Aveva altri impegni e ad
accoglierci c’erano un tecnico dell’ufficio ecologia ed uno dell’ufficio
edilizia. È chiaro che non non hanno poteri politici e abbiamo
aspettato il sindaco per nulla». Ecco perché ora il comitato è ancora
più determinato a lanciare una campagna per salvare “Il Gambarone”, a
raccogliere firme, a coinvolgere la gente. Per dire che non ha senso
sistemare un’area che invece è di pregio. «Non dà fastidio a nessuno e
noi riusciamo a sentire le civette e gli aironi - dichiara Cinzia
Paolucci -; in un progetto il comune intende realizzare una ciclabile
che passa sopra il boschetto, intende abbattere 50 alberi per lasciare
una pozza d’acqua e piantumare qualche cespuglio. Il piccolo “bosco
alto” e il fontanile naturale millenario morirebbero. Proprio a pochi
metri da questa piccola oasi hanno costruito una nuova sede della
Microsoft distruggendo in parte la campagna. Ormai in questa zona sono
rimasti pochissimi fontanili e noi che siamo un gruppo di cittadini
pensiamo che siano un bene da tutelare. Ci sentiamo impotenti e presi in
giro. Il 17 maggio abbiamo bloccato le ruspe che avevano già distrutto
metà del sottobosco del fontanile non rispettando la legge nazionale che
impone da maggio ad ottobre di non disboscare in quanto avvengono le
nidificazioni». Allora era intervenuto il servizio ecologia del comune,
perché l’intervento non era ancora stato autorizzato.Fonte: Il Cittadino