giovedì 13 ottobre 2011

San Donato - Dai concerti estivi a bivacco dei “clochard”, la parabola nel degrado di piazza della Pieve

La presenza dei “clochard” che vivono ai margini di piazza della Pieve ha acceso una serie di interrogativi nella comunità locale. Le foto del fornellino e dei giacigli che si scorgono tra l'erba dell'area che sorge in fregio al Concentrico nella giornata di ieri hanno portato l'attenzione della comunità su una parte di San Donato che nell'estate ha in tante occasioni ospitato concerti e manifestazioni, per poi passare nel dimenticatoio, in costante attesa del decollo di onerosi interventi di manutenzione. La notizia in merito ai “senzatetto” che bivaccano nella zona ha raggiunto anche il municipio, dove si è ripresentata l'identica situazione che questa estate ha portato il comitato di Certosa a reclamare il supporto dei servizi sociali: «Purtroppo - spiega l'assessore alla partita, Marco Zampieri - gli interventi sono difficili, in quanto i servizi non prevedono la presenza di operatori che scendano in strada a prendere contatti con i senzatetto. Proveremo a valutare con il terzo settore se ci fosse qualche possibilità di incontrare queste persone. Altrimenti, gli sportelli comunali rimangono a disposizione di chi si presenta spontaneamente negli uffici a chiedere aiuto». Risale ai mesi scorsi l'appello che il comitato civico di Certosa, alle prese con gli stessi problemi, ha rivolto al noto sodalizio dei City Angels, cui ha chiesto se l'impegno prestato dai volontari nei confronti di chi vive ai margini sia limitato alla zona di Milano o se si estenda anche alla periferia. Dopodiché, nel periodo in cui sul caso si erano accesi i riflettori, i frequentatori notturni che dormivano su panchine e aree pubbliche si erano allontanati. L'attenzione si è dunque smorzata e sono anche cessate le segnalazioni. Semplicemente forse i diretti interessati avevano percepito che la loro presenza era stata notata, pertanto avevano deciso di cambiare indirizzo. Forse senza nemmeno allontanarsi troppo. Ma a questo punto in primo piano è finita la piazza, che resta riparata sia dal passaggio sia dai complessi residenziali. È certo infatti che alla Pieve, complice proprio la collocazione, probabilmente qualcuno ci “abita”. Magari saltuariamente. Agli evidenti segnali di degrado si aggiungono anche bottiglie di plastica gettate sul ciglio, insieme ad altri rifiuti. Non c'è alcun cumulo di spazzatura e niente di evidente da una prima occhiata, ma basta prestare un attimo di attenzione per rendersi conto che la piazza ospita un “dietro le quinte” sconosciuto.Fonte: Il Cittadino
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