giovedì 13 ottobre 2011

San Donato - Scoppia il caso delle telecamere spente

Le 50 nuove telecamere della città collegate alla centrale operativa della comando di polizia locale sono spente da mesi. Ufficialmente non sono mai diventate operative, eccetto forse che per una breve parentesi di prove, in cui l'attenzione era stata puntata sulla stanza dei bottoni “super tecnologica” ospitata nel quartiere generale dei vigili, in un periodo in cui si parlò anche di formazione del personale per l'utilizzo dei nuovi dispositivi.
Non si sa nemmeno che fine abbiano fatto le altre 15 telecamere preesistenti al nuovo investimento, che in realtà per un problema del cablaggio hanno avuto sin dall'origine grossi problemi di decollo. Il problema è diventato attuale nei giorni scorsi, quando la ventidueenne Marta Romeo è morta a Poasco dopo un incidente con il motorino. Già all'indomani del tragico fatto la società civile, e non solo, ha iniziato a parlare di riprese che sembrano non esserci. Forse le ha la ditta che un paio di anni fa ha installato gli impianti, che a sua volta potrebbe trasmetterle alle autorità, ma i filmati non sono a disposizione del comune, in quanto gli impianti non sono mai stati collaudati. Alla richiesta di notizie ieri il municipio si è mostrando “blindato” proprio per la delicatezza del caso in corso: «L'amministrazione comunale - si legge in una nota - , dal momento che sono in corso le indagini sull'incidente mortale avvenuto negli scorsi giorni a Poasco e che sulle stesse il Pubblico Ministero titolare del fascicolo ha imposto il massimo riserbo per non pregiudicare gli ulteriori accertamenti da compiersi, al momento non ritiene opportuno dichiarare alcunché circa il sistema di videocontrollo cittadino». Ma la questione, su cui la politica sta tornando a reclamare risposte, era del resto già emersa nei mesi scorsi in sede ufficiale: «In giugno - spiega il capogruppo di Rifondazione comunista Massiliano Mistretta - avevo chiesto in consiglio comunale notizie riguardo l'avvenuto collaudo, sollecitando la documentazione che, a distanza di quattro mesi, non mi è ancora stata inviata. Nella relazione allegata al bilancio la giunta aveva scritto che le telecamere aumentano la percezione di sicurezza, ma i cittadini che si sentono più sicuri perché pensano di essere in una zona video controllata forse si sbagliano». Gli stessi dubbi il portabandiera del Pd sandonatese Andrea Pasqualini li ha messi nero su bianco in un'interrogazione protocollata nei giorni scorsi, in cui rivolgendosi all'esecutivo di centro destra chiede notizie sullo spinoso argomento. E mentre la minoranza parte alla carica, molti sandonatesi hanno iniziato a guardare con particolare attenzione i congegni che, a causa di uno scivolone tecnico, per il momento sono fuori uso.Fonte: Il Cittadino
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