Per ventisei mesi l’ha tenuta addosso, una placchetta di metallo con su
scritto 8564, il numero di matricola di Luigi Reguzzi nel campo di
concentramento di Stablak, al confine tra Prussia e Lituania. Ieri il
presidente dell’Associazione nazionale combattenti e reduci di Codogno
l’ha rimessa al collo, in corteo con chi come lui ha vissuto sulla pelle
la follia della deportazione e della prigionia, se ebreo delle leggi
razziali e della persecuzione.
Al loro fianco i sindaci e rappresentanti
di 23 comuni della Bassa, forze dell’ordine, esponenti delle
istituzioni civili e religiose, tutti riuniti a Cavacurta per celebrare
la giornata della Memoria. Saluti informali nel cortile dell’ex asilo e
poi a passo lento fino alla parrocchiale, volti storici e simpatizzanti
con in mano gonfaloni e bandiere tricolore, decine, precedute da un
lenzuolo bianco rosso e verde portato da due volontari della protezione
civile e due ragazzi. Una marea silenziosa che ha invaso la piccola
chiesa vestita a festa, il sindaco Daniele Saltarelli con i colleghi in
prima fila e gli alfieri in piedi ai lati. «La parola di Dio è sempre
illuminante, in particolare quando tocca la sofferenza umana - ha
esordito il parroco don Pierluigi Rossi -, in suo nome sono stati
compiuti massacri nel corso della storia, le Crociate, le guerre sante,
ma è possibile che il nostro Dio sia questo?» ha domandato in un dialogo
aperto con i presenti. La risposta don Pierluigi l’ha ricercata
nell’insegnamento del Figlio e di questa ha voluto farsi messaggero :
«Gesù ci chiede di aprire gli occhi - ha sottolineato il sacerdote -,
essere qui oggi ci ricorda i milioni di ebrei che hanno perso la vita
nei campi di sterminio, ma anche le vittime di regimi totalitari, di
semplici ingiustizie. La democrazia è costata davvero molto e spetta a
noi, come cittadini e cristiani, preservarla». Silenzio, poi il lamento
di una tromba ha fatto da intermezzo alla “consacrazione” e gli alfieri
hanno levato le loro bandiere. Un gesto ripetuto di lì a poco quando il
presidente della sezione combattenti della Bassa, Giacomo Marzi, ha
ordinato «Sull’attenti» in ossequio a Luigi Reguzzi. Quindi ha
riflettuto: «In questo giorno della Memoria, della ricorrenza
dell’abbattimento dei reticolati e dei cancelli di Auschwitz, le
cerimonie celebrative devono essere un invito per tutti gli uomini
liberi e soprattutto per le nuove generazioni a riflettere». Attraverso
le testimonianze di chi quelle tragedie le ha vissute, come ricorda la
preghiera del combattente letta a chiusura della liturgia dallo stesso
Reguzzi. Grazie a momenti di riflessione condivisi come l’appuntamento
di ieri a Cavacurta. «Una prova di coscienza civile» secondo il sindaco
Daniele Saltarelli, suggellata nella deposizione di una corona d’alloro
al monumento dei caduti.Fonte: Il Cittadino