È una gioia che arriva all’improvviso e si colora di nostalgia quella
che i canti della Merla a Meleti ogni anno regalano. Che tu sia vecchio o
bambino riescono in questo miracolo, le voci dei cantori fanno rivivere
il passato ed è bello ascoltare le mille storie, partecipare a quel
misto di goliardia e poesia che ogni testo racchiude.
Si spiega così il
successo che l’evento organizzato dall’amministrazione comunale e dalla
Pro loco di Meleti con il contributo della parrocchia ha riscosso anche
ieri, il perché agli aficionados si aggiungano ogni anno famiglie e
giovani, coppiette. Accompagnati da Giovanni Cataldi e Andrea
Castelvecchio alle chitarre, e diretti dal maestro Gianguido Capelli, i
cantori del Coro della Valle dell’Adda “Paolo Asti” hanno riproposto
tutti i classici della tradizione, partenza sulle note di “Tra la ruca
en mesa a l’era» fino a “Volilì volilì volilera”, passando per “La
colombina bianca” e “l’uccellin del bosco”, l’immancabile “La merla” e
via così che «cantare fa bene al cuore». In un pomeriggio già di per sé
splendido, irradiato da un sole marzolino, gli spettatori hanno sostato
ammirati ad ascoltare, qualcuno rimuginando emozioni ormai lontane e i
più acerbi indagando il significato di quei canti così lontani. Specchi
di vita vera, riassunta in parole e musica a tratti dolci e a tratti
amari, comunque veri. Perché la “leterina sigilada” de “L’uccellin del
bosco” è l’equivalente degli sms che i ragazzi si inviano oggi, solo che
all’epoca era il volatile a fare da messaggero tra gli innamorati. E
l’andare “adree Ada a ciciarà en puchin cui busc e l’unda” delle
“Confidenze”, ripropone quell’attaccamento viscerale al fiume e alla
natura che la gente di qui conosce bene. E come non riconoscere tutta
l’umana debolezza nell’alterco tra moglie e marito della “Mascherata
finale”, lui colpevole di aver bevuto e speso troppo al mercato.
L’appuntamento a Meleti è però anche la magia del falò con il fantoccio
della “Merla” che mentre brucia cancella le sciagure andate, le
bancarelle di artigianato e hobbisti dove mettere il naso, la polenta e i
panini caldi, le auto d’epoca per gli appassionati. Se poi ci metti la
suggestione degli echi tra le due sponde del fiume, si spiegano le
parole dell’assessore Chiara Mussida al fianco del sindaco Emanuele
Stefanoni: «La Merla di Crotta e Meleti possiamo dire, con un po’ di
sano spirito campanilistico, che si distingue nettamente da quelle degli
altri paesi».Fonte: Il Cittadino