giovedì 19 gennaio 2012

San Donato - «Cascina Monticello, reperti da salvare» - In zona sorgeranno 200 appartamenti, per gli esperti il Piano di recupero dovrà fare attenzione a eventuali ritrovamenti

«Nell’area di cascina Monticello c’era una chiesa dedicata a San Michele, censita nel catasto teresiano del 1722, probabilmente sono ancora presenti le fondamenta: chiediamo che gli scavi avvengano sulla base dei piani di prevenzione archeologica».
Il gruppo di Rifondazione comunista, basandosi su una relazione vergata dagli esperti del sodalizio Italia Nostra, ieri ha protocollato in Comune due mozioni che guardano entrambe alla parte di città dove, in base al Piano di recupero varato dall’esecutivo di centrodestra, sorgerà un complesso di 200 appartamenti. Il primo piano viene innanzitutto puntato sull’antico luogo di culto citato nei documenti dell’epoca, che sorgeva su una porzione del comparto in passato «coltivata a marcite» e attualmente «adibita a deposito e coperta da una gettata di calcestruzzo/asfalto». In quel tratto non sono previste nuove edificazioni, ma il simbolo di opposizione invita l’esecutivo ad imporre un obbligo di attenzione agli operatori privati che edificheranno. L’ipotesi che sia rimasto qualcosa dell’edificio religioso, del resto, non rappresenta l’unico aggancio con il passato riconducibile all’indirizzo che per lungo tempo ha ospitato una sequenza di laboratori artigianali. La sinistra locale sottolinea infatti che «il nucleo originario, ancora in parte esistente, è di epoca tre - quattrocentesca, come si evince da parti con muratura a vista, finestre ad arco ribassato ancor integre e finestre feritoie». E lo storico dell’associazione impegnata nella conservazione del patrimonio storico-ambientale scrive che «immediatamente a sud delle abitazioni antiche della cascina, nel giardino di pertinenza dell’abitazione del proprietario, è posta un’ara di epoca romana in Gneis ghiandone, epigrafe, dove ben si evidenziano infatti tre righe di iscrizione latina». A distanza di poche centinaia di metri si scorge la pietra miliare con una freccia verso la via per raggiungere Bolgiano che in passato, dopo un’opera di restauro, era stata collocata in un punto ben in vista per i conducenti. Sui banchi del consiglio, in una fase in cui l’iter urbanistico per quel comparto è già in fase conclusiva, arriveranno dunque due mozioni, entrambe con simbolo di falce e martello, con cui il capogruppo di Rifondazione comunista Massimiliano Mistretta solleciterà alla giunta di centrodestra di assumersi dei precisi impegni. Nel novero di richieste figura il coinvolgimento non solo della Soprintendenza nella fase degli scavi, ma anche di quelle realtà associative che operano per la tutela dei beni storici, artistici e culturali. Infine Rifondazione comunista chiede che i reperti di Cascina Ronco vengano valorizzati. Non è la prima volta che Italia Nostra scende in campo sul territorio, visto il recente interessamento mostrato per Cascina Ronco, nella frazione Poasco.Fonte: Il Cittadino
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