«Nell’area di cascina Monticello c’era una chiesa dedicata a San
Michele, censita nel catasto teresiano del 1722, probabilmente sono
ancora presenti le fondamenta: chiediamo che gli scavi avvengano sulla
base dei piani di prevenzione archeologica».
Il gruppo di Rifondazione
comunista, basandosi su una relazione vergata dagli esperti del
sodalizio Italia Nostra, ieri ha protocollato in Comune due mozioni che
guardano entrambe alla parte di città dove, in base al Piano di recupero
varato dall’esecutivo di centrodestra, sorgerà un complesso di 200
appartamenti. Il primo piano viene innanzitutto puntato sull’antico
luogo di culto citato nei documenti dell’epoca, che sorgeva su una
porzione del comparto in passato «coltivata a marcite» e attualmente
«adibita a deposito e coperta da una gettata di calcestruzzo/asfalto».
In quel tratto non sono previste nuove edificazioni, ma il simbolo di
opposizione invita l’esecutivo ad imporre un obbligo di attenzione agli
operatori privati che edificheranno. L’ipotesi che sia rimasto qualcosa
dell’edificio religioso, del resto, non rappresenta l’unico aggancio con
il passato riconducibile all’indirizzo che per lungo tempo ha ospitato
una sequenza di laboratori artigianali. La sinistra locale sottolinea
infatti che «il nucleo originario, ancora in parte esistente, è di epoca
tre - quattrocentesca, come si evince da parti con muratura a vista,
finestre ad arco ribassato ancor integre e finestre feritoie». E lo
storico dell’associazione impegnata nella conservazione del patrimonio
storico-ambientale scrive che «immediatamente a sud delle abitazioni
antiche della cascina, nel giardino di pertinenza dell’abitazione del
proprietario, è posta un’ara di epoca romana in Gneis ghiandone,
epigrafe, dove ben si evidenziano infatti tre righe di iscrizione
latina». A distanza di poche centinaia di metri si scorge la pietra
miliare con una freccia verso la via per raggiungere Bolgiano che in
passato, dopo un’opera di restauro, era stata collocata in un punto ben
in vista per i conducenti. Sui banchi del consiglio, in una fase in cui
l’iter urbanistico per quel comparto è già in fase conclusiva,
arriveranno dunque due mozioni, entrambe con simbolo di falce e
martello, con cui il capogruppo di Rifondazione comunista Massimiliano
Mistretta solleciterà alla giunta di centrodestra di assumersi dei
precisi impegni. Nel novero di richieste figura il coinvolgimento non
solo della Soprintendenza nella fase degli scavi, ma anche di quelle
realtà associative che operano per la tutela dei beni storici, artistici
e culturali. Infine Rifondazione comunista chiede che i reperti di
Cascina Ronco vengano valorizzati. Non è la prima volta che Italia
Nostra scende in campo sul territorio, visto il recente interessamento
mostrato per Cascina Ronco, nella frazione Poasco.Fonte: Il Cittadino