venerdì 24 febbraio 2012

Fombio - Riecco gli ecofurbi sulla tangenziale

Lungo la tangenziale di Fombio tornano in azione gli ecofurbetti. Da qualche mese i soliti ignoti hanno ripreso ad abbandonare i rifiuti nelle piazzole di sosta lungo la via Emilia, fra Casale e Guardamiglio. Dopo i cartelli di avviso esposti oltre tre anni fa, il fenomeno dell’abbandono dell’immondizia si era sensibilmente ridotto in quel tratto di strada, ma dall’inizio dell’anno sacchi neri e scatoloni hanno ricominciato a comparire ai bordi della via Emilia.
Contro gli ecofurbetti che negli ultimi anni avevano imbrattato le piazzole di sosta della via Emilia, l’Anas, in accordo con il Comune di Fombio, aveva installato in ogni piazzola tra Casale e Guardamiglio i cartelli tuttora presenti e recanti la scritta “area video-sorvegliat”. Un deterrente chiarissimo per gli incivili. La sistemazione di quei cartelli fu il risultato dell’incontro fra prefettura, Comune ed Anas proprio sull’emergenza rifiuti. Allora Anas si impegnò per la risoluzione della questione, valutando la posa della segnaletica. «Con la posa dei cartelli la situazione era andata migliorando, fino a risolversi - ha spiegato il sindaco di Fombio Davide Passerini -, ma ultimamente qualche caso di abbandono si è verificato di nuovo in quel tratto di strada». «Rilancio a questo punto l’appello a comportarsi in maniera civile, anche per non incorrere in sanzioni che abbiamo già attribuito in questi anni per l’abbandono di immondizia in altre zone di Fombio, poiché siamo riusciti a risalire ai proprietari dei sacchetti, - ha spiegato Passerini - e allo stesso tempo avviso che nel caso in cui il fenomeno dovesse assumere dimensioni simili ad alcuni anni fa, valuteremo controlli con telecamere mobili come la segnaletica in essere ci consente di fare». L’emergenza abbandono rifiuti lungo la tangenziale di Fombio è in realtà un vecchio problema, per cui anche la giunta Passerini si è sempre adoperata. Dapprima con la linea morbida, attraverso la promozione di campagne di sensibilizzazione che creassero una cultura del rispetto ambientale; in seguito, sollecitando i controlli da parte dell’Anas, ente a cui compete la cura di quel tratto stradale e che ha più volte ripulito le aree in questione.Fonte: Il Cittadino
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