venerdì 3 febbraio 2012

San Donato - Riaperto il centro sportivo di Metanopoli. Gabriella Achilli: «Nel 2007 la giunta rifiutò una proposta di project financing». I leghisti: «Noi sempre fuori dalla maggioranza»

Il Centro sportivo di Metanopoli ieri mattina ha riaperto, la gente è tornata a tuffarsi in vasca o a fare pattinaggio. Dopo 24 ore convulse la linea diretta palazzo comunale-Metanopoli si è riattivata, sbloccata dal voto consiliare di mercoledì. Il cartello esterno che annunciava lo stop è stato tolto, riaperte le biglietterie. Insomma ripristinata una normalità che a quanto pare dovrebbe permanere fino al 31 dicembre, mentre nel frattempo ci si porterà avanti con il bando di gara per il gestore definitivo dopo il regime provvisorio durato 24 mesi di Acs, Azienda comunale di servizi.Netto il commento del sindaco Mario Dompè dopo i due giorni di passione: «L’episodio ha segnato un’altra “caporetto” dell’opposizione, che ha messo in difficoltà la città sapendo benissimo che un giorno dopo si sarebbe risolto tutto. Ma devono tenere alta la loro strumentalizzazione politica».Martedì scorso, nella prima delle due convocazioni consecutive di un’assemblea urgente dove figurava in capo a tutto la concessione di altri undici mesi di gestione all’azienda multiservizi, la maggioranza di centrodestra è andata sotto. Troppi gli assenti (decisiva la fuoriuscita delle minoranze): la sera dopo, sotto la neve, tutti di nuovo in aula, stavolta per il via libera. Secondo il sindaco «è proprio l’inutilità dell’atteggiamento delle opposizioni a manifestare il carattere sterile e preelettorale del loro comportamento. Quello di martedì infatti non era un bilancio, una cosa su cui una giunta cade o sta: era un atto che il giorno dopo sarebbe stato superato. Ma loro hanno sacrificato il bene comune dei cittadini a un obiettivo di propaganda. La gente se ne è accorta, e infatti ne ho incontrata tanta ieri che mi ha detto: “Dovevano votare, anche contro, ma rimanere”».Le minoranze, però, già mercoledì hanno additato una certa paradossalità di questa logica per cui le regole, la “cornice” del voto, dovrebbe essere chi siede all’opposizione a garantirle. Qui il sindaco ammette «di avere una fronda interna non da martedì sera, ma dal primo giorno di mandato. Però la maggioranza c’è, e infatti sugli atti cardine tipo il Pgt non è mai caduta». Dompè vede opposizioni anche «incapaci di capire i conti, visto che con 1,5 milioni dal Sesto Uffici, un altro mezzo milione da Eni in scontistica e 800mila di finanziamento pubblico il Centro si può rilanciare, nel quadro attuale delle finanze dell’ente locale. Certo, quelle che aveva undici anni fa la giunta Achilli erano ben altre, ma sappiamo i quindici miliardi come siano stati spesi». Per quanto riguarda infine l’aumento del canone di utilizzo impianti alle società, «venti associazioni su 25 sanno che i tempi sono difficili e vogliono collaborare».Nell’arco di chi ha rotto da tempo con la maggioranza, i due consiglieri del Carroccio Luigi Ghilardi e Mario Vigorelli sono stati fuori aula ambedue le serate, la seconda a casa “assenti giustificati”. Ghilardi introduce un nuovo elemento nella ricca diatriba politica: «Ma questo affido per un altro anno della gestione ad Acs è regolare - si chiede -? Noi non siamo completamente sicuri che qui non possa spuntare un ricorso al Tar. Non vorremmo fosse l’ennesima bega legale pagata dalla città». Nel tortuoso sentiero del parco ex Snam, i leghisti dividono con chiarezza fra una “fase 1”, la risoluzione del contratto con Gism, «che abbiamo condiviso», e una “fase 2”, le proroghe su proroghe ad Acs, «che ci ha fatto perdere tempo e poco più».Il centrosinistra si è ampiamente espresso, non certo con elogi, sia in aula che fuori. Gabriella Achilli, ex sindaco, torna a far riflettere tutti sul fatto che «nel 2007 Gism il project financing per il parco Snam l’aveva eccome ed era l’unica partecipante al bando; ma Dompè, in sella da poco, non ne volle sapere. Volle riscrivere tutto».Resta da annotare l’uscita di Marco Menichetti (Verdi), mercoledì sera in consiglio, il quale in esplicita veste elettorale ha chiesto al centrodestra di «cambiare candidato sindaco per il voto distante tre mesi». Su questo Dompè fa capire qualcosa: «Se non c’è qualcuno che governa la continuità di un decennio, un comune oggi chiude, non regge i bilanci».Fonte: Il Cittadino
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