martedì 1 maggio 2012

San Donato - Nuove proteste per il parco trasformato in circuito

Anche in campagna elettorale non si fermano le proteste degli utenti del parco Tre Palle sulla progressiva “mutazione” del bosco di città in pista da ciclocross, attuata da qualcuno che si sta impegnando a fondo per trasformare una zona del parco in “paradiso” delle bici fuoristrada. Il punto è che il polmone verde a nord di via De Gasperi fino a prova contraria continua ad essere un parco pubblico destinato a chi va in giro a piedi o al massimo a passo di jogging, non su due ruote.
Nei giorni scorsi altre segnalazioni sono arrivate in municipio sulla prosecuzione dei “lavori” che stanno facendo assumere ad alcune zone alberate del Tre Palle l’aspetto di pista da ciclocross. Alcuni alberi sono stati tagliati, molti rami segati e dove c’era l’erba adesso c’è una striscia di terreno a nudo perfetta per le evoluzioni in sella. Pian piano all’interno dell’enorme appezzamento verde che il Comune ha inaugurato nel 2006 (c’era il sindaco Taverniti) come area non urbanizzata e contraddistinta appunto dalle “tre palle” sulle mappe del Piano regolatore ha preso forma una sorta di impianto sportivo in più per la città, un “bike park” con il solo difetto però di non essere autorizzato. La ragnatela di piste è ormai visibilissima in due diverse zone del parco urbano e impedisce di accedere a queste zone con il cane o per percorsi a piedi, visto che c’è il rischio di essere travolti da qualcuno che sopraggiunge a pedali. Il fenomeno non è proprio nuovissimo, ma anzi va avanti da diversi mesi, sempre con la stessa metodica che consiste nel “regolare” la vegetazione, gli alberi e gli arbusti in modo da consentire lo sviluppo al serpentone. L’intervento del Comune e della polizia locale, finora, non sembra essere riuscito a bloccare la silenziosa opera. I frequentatori del parco aggiungono poi domande paradossali: «Ma allora perché non un campo da polo, o da golf, se ognuno è libero di utilizzare il Tre Palle secondo i suoi gusti personali?». Un paradosso che interroga anche gli otto candidati sindaci, chiamati a un rapido intervento di legalità chiunque vinca. Fonte: Il Cittadino

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