giovedì 31 maggio 2012

San Donato - Peppino Impastato 33 anni dopo: «Lui un vero esempio per i giovani»

Peppino Impastato raccontato 33 anni dopo, ai ragazzi di oggi, dal fratello Giovanni Impastato. È accaduto ieri mattina alle scuole De Gasperi-Galilei di San Donato, dove nel contesto del progetto “Lezioni di legalità” centinaia di studenti dagli 11 ai 14 anni hanno ascoltato il ricordo offerto del fratello del giornalista, poeta, conduttore radio e attivista siciliano che ebbe il coraggio alla metà degli anni ’70, di denunciare apertamente i boss, di fare i loro nomi e sbeffeggiarli, cominciando col farsi cacciare di casa pur di non piegarsi alla tradizione omertosa e mafiosa appresa in famiglia.
Per questo Peppino Impastato, fondatore di “Radio Aut”, del gruppo “Musica e Cultura” e di altre esperienze tipiche di quel periodo, pagò con la vita saltando sul tritolo la notte dell’8 maggio 1978. La stessa di un altro enorme mistero italiano, l’uccisione di Aldo Moro. L’appuntamento, che ricorre a poca distanza dal ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ha visto la partecipazione del Sindaco Andrea Checchi, dell’ispettore della Polizia di Stato Franco Musio, della dirigente scolastica Fiorita Tirone e del comandante della Polizia locale Fabio Allais. Ad aprire l’incontro, inserito all’interno del progetto Patto per la legalità promosso con successo da qualche anno nelle scuole medie cittadine, è stato il minuto di silenzio dedicato alla professoressa Maria Luisa La Licata, che negli anni scorsi aveva creduto fortemente nell’iniziativa organizzando lo scorso anno (poco prima della sua prematura scomparsa) l’incontro con Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia vent’anni fa a Capaci. «La nostra era una famiglia di origine mafiosa - ha raccontato il fratello - Peppino nel ribellarsi allo “status quo” dunque è stato protagonista di un fatto storico e unico nel movimento antimafia». In effetti Impastato, muovendosi nella Sicilia profonda degli anni Settanta, ben prima delle superprocure e dello sdegno anti criminalità, appare in qualche misura un profeta con lo sguardo oltre i suoi tempi. «La passione con cui le nuove generazioni guardano al suo esempio rappresenta una buona base di partenza nell’affermazione della legalità, da intendersi innanzitutto come rispetto della dignità umana», ha detto ancora Giovanni. Nel corso dell’appuntamento sono stati premiati 11 ragazzi delle terze per la capacità di diventare punto di riferimento per i propri compagni: Nelson Flores Martinez, Giacomo Rota, Andrea Borella, Francesco Del Pizzo, Matteo Liguori, Gloria Balzano, Federica Triolo, Marco Gilardoni, Marco Sapone, Luca Ferrari e Giorgia Lotti. Fonte: Il Cittadino

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