sabato 30 giugno 2012

San Donato - Lo squallore attorno all’Inps del futuro

L'Inps sbarca col suo quartier generale in via 25 Aprile a San Donato, ma i residenti (pochi) e i lavoratori della zona (parecchi di più), fanno notare che una bella ripulita all’area est non guasterebbe.
Discariche “eterne” di fronte all’oasi della Levadina; furti di qualunque cosa nell'area orti dell'Eni; prostituzione stanziale, capannoni fatiscenti. In mezzo ai palazzi a specchio dell'area oltre la Paullese - la più “metropolitana”" della città, così vicina alla tangenziale - ci sono spaccati di periferia nel senso meno piacevole del termine, e problemi cronici che bussano alla porta della nuova amministrazione comunale. È il caso ad esempio della pattumiera permanente all'ingresso della Levadina, l'area golenale del Lambro diventata una delle oasi Wwf nel Sudmilano. L'oasi è un ambiente tanto suggestivo oltre la rete di cinta (rubata un anno fa) quanto squallido fuori. In questi giorni l'ammasso di rifiuti nello spazio di accesso tocca i suoi massimi, o meglio torna a toccarli dopo molti episodi simili negli ultimi anni. Una catasta di vecchi mobili, scarti di cantina, laterizi, scorie che sembrano provenire da qualche attività artigianale. Ma anche inspiegabili sacchi di foglie secche e rifiuti domestici si contendono ogni centimetro di fronte allo spazio naturalistico. «La Levadina è un posto dove portano i bambini delle scuole - affermano sconsolati i conduttori degli orti Eni pochi metri più avanti -. Certo non fa piacere che i bambini la prima cosa che vedano sia spazzatura a mucchi. Bisogna far qualcosa, mettere una telecamera e prendere il numero di targa di chi è responsabile di questa pattumiera». Gli ortisti del Cane a Sei Zampe parlano poi dei guai loro: le intrusioni nell'area coltivata da 400 hobbisti, in larga parte pensionati della company, una minaccia che pare irrefrenabile. «Se rubano ancora negli orti? Certo che sì, portano via soprattutto gli attrezzi, le reti metalliche, persino i cancelletti. Tutto quello che è metallico e può avere un valore sul mercato nero, sparisce. Qualcuno ha ricomprato gli attrezzi cinque volte in un anno, alla fine abbiamo imparato a riportarli a casa la sera». Procedendo verso San Donato si passa poi accanto ad alcune prostitute che appaiono “attrezzatissime”, con tanto di ombrellone da spiaggia, per poi sbucare all'autolavaggio di via 25 Aprile. Il panorama diventa più ordinato, ma in mezzo alle sedi delle multinazionali ad un tiro di schioppo da Milano si infila qualche copertone abbandonato o la classica anta di armadio. «Non sono i sandonatesi, pensiamo, ma la gente di Ponte Lambro a Milano», suggerisce chi lavora in zona. La strada, e il territorio comunale, si chiudono con il palazzo Inps, nuovo di zecca, e la rotonda che segna il confine con Milano. Pochi metri dopo la sede Inps un capannone abbandonato “custodito” da due cani che sono anche gli unici inquilini.Fonte: Il Cittadino

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