martedì 12 giugno 2012

Tem, uno show per il via ai cantieri

Da ieri la Tangenziale esterna non ha più segreti, ma bisogna «rimboccarsi le maniche», secondo l’espressione di Guido Podestà, perché alle inaugurazioni seguano le conclusioni. C’è ancora da fare per i finanziamenti, dove non basta più il solo project financing.
Occorre esplorare direzioni nuove fra le quali si affacciano anche la Banca europea degli investimenti e i “project bond”.Entro il 2014, gennaio, deve funzionare l’Arco Tem - il tratto di 7,4 km che incontra la Brebemi - e per il 30 aprile 2015, il giorno prima che si apra Expo Milano, occorre costruire l’intera autostrada da un capo all’altro. Ieri comunque, sotto l’imponente gazebo in stile “industriale”, le istituzioni lombarde che hanno fortemente spinto e sostenuto il progetto nella sua decennale vita hanno incassato il loro momento di massima soddisfazione.Nel cuore di Milano il ministro Corrado Passera, l’ex ministro Roberto Castelli, il governatore regionale Roberto Formigoni, il padrone di casa e presidente di provincia Guido Podestà, Antonio Marano, amministratore del gruppo Te, hanno ufficializzato il passaggio della tangenziale da ipotesi a scavo in terra.Per il Lodigiano non è intervenuto Pietro Foroni, presidente di palazzo San Cristoforo (assente per motivi personali), ma l’assessore alla mobilità e trasporti Nancy Capezzera. Inaugurazione virtuale, ma l’evento pomeridiano nel giardino di corso Monforte è stato giocato come una “diretta dal vivo” via satellite sul filo Milano-Truccazzano, dove le ruspe hanno già cominciato a lavorare e dove effettivamente si è proceduto a tutti gli atti di rito.Fra di loro anche la benedizione dell’area scavi impartita dal parroco di Truccazzano: insomma i politici e i manager non erano fisicamente nell’area Tem (e le irruzioni dei comitati anti tangenziale hanno contribuito a far capire perché, nda), ma non si può francobollare la cerimonia come un nuovo annuncio. La scommessaè partita, abbinando in modo sempre più forte il discorso sulla viabilità - la motivazione originaria del progetto - a quello del lavoro. Il lavoro e l’Italia che non può restare indietro. Parole d’ordine risuonate molte volte. I materiali distribuiti nel parterre ostentavano con chiarezza l’impatto lavorativo della nuova tangenziale: 350 posti subito collegati all’ arco di connessione Cerca-Rivoltana-Centropadana; poi, nel lungo periodo, ipotesi che si spingono fino a 18mila occupati in più nel settore costruzioni ed edilizia; altri diecimila nell’indotto collegato all’opera in se stessa. Senza Tem «se ne va lo 0,3 % del Pil italiano, l’1,4 di quello lombardo, 5,6 miliardi di ricchezza bruciati. Il governatore Formigoni crede alla possibilità di arrivarci, a quel 2015 così lontano così vicino con l’autostrada tutta pronta: «abbiamo appena consegnato con otto mesi di anticipo, di anticipo dico, la terza corsia dell’A3 Milano Como», rammenta. E fra molti toni che si sforzano di essere moderati di fronte a chi la Tem la contesta, Formigoni è il meno indulgente: «È solo l’ambientalismo preistorico a mettersi contro 2,2 milioni di metri quadrati di verde in più che arriveranno assieme all’autostrada».Fonte: Il Cittadino

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