giovedì 23 agosto 2012

Corsa nei campi per “salvare” il mais

C’è fretta nei campi. Gli agricoltori “corrono” per tagliare il mais prima che sia troppo tardi. Ovvero: prima che l’afa danneggi irreparabilmente le colture.
Ormai da diverse settimane, infatti, nel Lodigiano si vedono all’opera trattori e falciatrici, che lavorano instancabili per tutta la giornata: «Abbiamo iniziato ai primi di agosto - spiega Carlo Franciosi, presidente della Coldiretti alle prese con la raccolta tra Brembio e Ossago -. Se l’umidità non supera il 65 per cento il prodotto può essere conservato bene, altrimenti la qualità rischia di non essere ottimale. Ecco perché si corre, il mais sta essiccando ma la pianta è ancora viva, bisogna fare in fretta». Per il momento, inoltre, non ci sono stati grossi guai con l’approvigionamento dell’acqua: «Fino a Ferragosto non si sono verificati problemi - aggiunge Franciosi, al centro di un campo di mais a cascina Ceppeda, a Ossago, dove le macchine funzionano a pieno ritmo -, grazie al canale Muzza. Adesso il Consorzio ha diminuito la portata fino al 40 per cento ma il più della stagione nel nostro caso è ormai andato».A differenza degli altri anni, però, per colpa della terribile canicola gli agricoltori ancora oggi sono costretti a irrigare il terreno per poter salvare le pannocchie. Tuttavia, i contadini del Lodigiano possono tirare un sospiro di sollievo: a differenza del resto d’Italia, dove la produzione e la qualità del mais potrebbero seriamente essere compromessi dalla stagione, sul territorio il pericolo dovrebbe essere scampato. «In Italia è tutto secco, a noi è andata bene - commenta Franciosi osservando i campi -, a livello nazionale bisognerà vedere in che modo ne risentirà la qualità del prodotto. A volte basta saltare anche una sola irrigazione e la differenza è lampante. Con tutta probabilità, in provincia si assisterà comunque a una diminuzione della produzione, meno accentuata rispetto al altre zone».Per tagliare il mais, gli agricoltori si mettono in moto alle 6.30 per preparare le macchine e, con una sola pausa per il pranzo, continuano fino alle 21 o le 22. Non ci si è fermati a Ferragosto e non ci si blocca nemmeno la domenica. I mezzi utilizzati non sempre appartengono ai proprietari dei campi, a volte sono presi a noleggio, oppure ci si rivolge a chi svolge questa mansione per conto terzi. Trattori e falciatrici costano cari e “bevono molto”, anche 50 litri di gasolio all’ora. I rincari del carburante, parola di Franciosi, stanno incidendo in modo piuttosto pesante sul taglio delle pannocchie. Se si hanno sei macchine in azione, che consumano 50 litri di gasolio all'ora o, nel migliore dei casi, 25 litri di gasolio all'ora, alla fine della giornata il bilancio può sfiorare persino i 2mila euro.«Il mais finisce nei silos ed è coperto - spiega Franciosi -, è utilizzato per l’alimentazione delle vacche da latte. Questa tecnica è utilizzata anche per i digestori, la percentuale di coloro che lo utilizzano per le biomasse è in aumento, un aspetto che arreca danno all’economia dell’allevamento, perché penalizza gli allevatori di suini e bovini». Dal momento che il meteo ipotizza “cicloni” e tempeste dopo questi giorni di afa, gli agricoltori incrociano le dita, il temporale di luglio aveva già “piegato” il mais lasciando il segno.Fonte: Il Cittadino

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