venerdì 17 agosto 2012

San Giuliano - Civesio, la frazione dimenticata

Ferragosto, l’afa che non molla un attimo fa apparire ancora una volta la povertà di servizi di Civesio, la frazione di San Giuliano che sembra “condannata” a un destino a parte dalla ferrovia e dal fazzoletto di verde che la dividono dal centro principale.
«Portare almeno la farmacia e il bancomat», è la lista dei «sogni proibiti» (fino a un certo punto), inviata dai residenti al Broletto di via De Nicola che in termini di metri non è tanto distante, ma lo diventa quando alla misura sul terreno si sostituisce quella psicologica. Se per il dispensario farmaceutico e un negozio di generi di prima necessità ci sono fondate speranze che arrivino senza attese eterne, con le liberalizzazioni introdotte dal governo e il bando agevolato del comune, il prelievo alla cassa continua costringe ancora oggi ad un pendolarismo verso San Donato a dire il vero, più che verso l’abitato sangiulianese. «In banca andiamo a San Donato - confermano i residenti - perché in un attimo arriviamo in zona via Di Vittorio-Parri, mentre per andare a San Giuliano ci vuole un quarto d’ora con il giro da Sesto». Civesio porta in dote circa 1450 abitanti alla nutrita anagrafe di San Giuliano, che ha passato quota 37500 con l’ultimo Capodanno. Pochi, ma comunque di più rispetto a Pedriano, Mezzano, Santa Brera ed altre frazioni minori che l’annuario statistico riassume nell’etichetta “frazioni, cascine e case sparse”. L’antica Civesio, sorta forse lungo la via Emilia romana, in tempi storici è stata il cuore del comune di San Giuliano, quando fra qui e Viboldone abitavano quasi mille persone, mentre la città di oggi non superava - pare incredibile - quota 400. Un altro mondo, un pianeta completamente cambiato da due “dettagli”: l’arrivo della ferrovia Milano-Bologna e l’ampliamento della via Emilia con la città sviluppata tutta in lunghezza sulla carreggiata. Per le due frazioni ad ovest, Civesio e Sesto Ulteriano, la ferrovia ha significato una separazione che ancora oggi si traduce in numero di servizi essenziali. Civesio si appresta a tenere a battesimo la sua colorita sagra, sotto la parrocchia di Sant’Ambrogio e di fronte al parco frutto delle giunte Toni, senza bancomat, farmacia, edicola e negozi al dettaglio. Lo sanno persino i ragazzi giovani, quelli che trovi al muretto nel più spietato dei pomeriggi agostani: «È tutto vero, qui il posto è bello, ma mancano le cose essenziali. La banca ad esempio è una ma ce ne sono anche altre. Adesso ha chiuso l’edicola per esempio, per la spesa c’è tutta la scelta dei supermercati che vogliamo attorno, però un negozio anche piccolo qui sotto casa, per chi non ha l’auto, non si riesce a far aprire stabilmente. Quello che c’era ha chiuso qualche mese fa». In realtà il comune sta provando a smuovere le acque almeno per farmacia e negozio: la prima come detto sarebbe “aritmeticamente” garantita dal nuovo rapporto ottimale abitanti/dispensario (1 farmacia ogni 3mila residenti circa), mentre il negozio è quello che il municipio vuole sostenere con il bando, scritto a fine giugno, a favore di un’impresa sociale o cooperativa a gestione femminile. Si vedrà dopo l’estate la ricaduta positiva o meno dell’idea.Fonte: Il Cittadino

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