giovedì 23 agosto 2012

San Giuliano - Grido d’allarme dal bosco di Zivido

Fra qualche anno le chiome dei suoi alberi cambieranno il profilo alla “porta” di San Giuliano, ma bisogna che prima di allora il bosco di Zivido non si sia trasformato nello... stagno di Zivido, oppure che metà delle piante vengano stroncate da una siccità estiva come quella non ancora alle spalle.
Si moltiplicano le segnalazioni sull’incuria almeno di alcune zone del nuovo parco, sorto pochissimi anni fa nella zona sud della città, fra via Brigate Partigiane e via Gorky. In particolare i problemi si addensano sullo stagno artificiale, che sta diventando sempre più simile a una palude, e sull’irrigazione di alcuni filari d’alberi. Il parco di Zivido, aperto (tutto sommato in sordina) nella primavera di due anni fa, è il più grande spazio verde pubblico in tutta la città. Con i suoi 8,2 ettari assomiglia più ad un bosco urbano, sul modello del parco Tre Palle di San Donato, che a un giardino pubblico in stile Campoverde o parco Serenella. Il progetto è nato, a cura di Genia e delle amministrazioni Toni, dalla volontà di preservare da ogni possibile costruzione immobiliare un vasto “cuneo” verde che corre a fianco della strada statale 9 per centinaia di metri. In pratica si inizia dalla zona dei centri commerciali sviluppando il corridoio attorno a piazza Bussy Saint Georges per sfociare poi in una superficie più ampia tra via Brigate Partigiane e via Gorky. Sei ettari sono di solo bosco, a sua volta diviso in due tipologie: la macchia di querce e carpini, l’associazione vegetale più diffusa nella Pianura Padana, e il bosco umido che si deve sviluppare attorno allo stagno ricavato da un vecchio fontanile. In pratica una “foresta” in crescita lanciata verso un obiettivo preciso: “mascherare”, da qui a qualche anno, l’impatto frontale con i palazzi di San Giuliano con un biglietto da visita più morbido per chi arriva in città. La zona non è stata completamente piantumata perché una parte degli alberi fa parte del verde naturale, quello che si è salvato lungo la fascia di rispetto della via Emilia fra Zivido e la statale. L’integrazione più forte del patrimonio verde è avvenuta nel lato affacciato verso la città, cioè via Brigate Partigiane. È qui però che negli ultimi tempi sono venuti a galla i maggiori problemi. È proprio il caso di dirlo perché una prima questione riguarda il lago al centro del bosco. Persino con una siccità tremenda come quella di questo periodo lo stagno ex fontanile tracima, sbucando sotto forma di fontanazzo, di “risaia”, in tutto il prato attorno e fin sotto le panchine dove teorici fruitori dovrebbero sedersi a leggere il giornale. Tuttavia l’“esondazione” ha forse prodotto un beneficio involontario: ha irrigato i terreni impedendo il seccarsi definitivo di un gran numero di piante giovani che spuntano ancora, immiserite, dal loro tutore. I temporali in arrivo nel fine settimana provvederanno ulteriormente a dare respiro alla terra, ma rischiano di generare un “alluvione”.Fonte: Il Cittadino

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