sabato 22 settembre 2012

Melegnano - «Stanno distruggendo la chiesa»

«Quella palazzina umilia la chiesa di San Pietro». Quasi 70 melegnanesi scrivono alla Soprintendenza di Milano. «Fate qualcosa per evitare questo scempio». Anche Italia nostra aderisce all’appello.
Il promotore dell’iniziativa è il noto fotografo Adriano Carafòli che in questi giorni, dopo aver raccolto 66 firme di cittadini, ha inviato una lettera ad Alberto Artioli, soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici di Milano. «Mi faccio portavoce di un gruppo di cittadini che hanno a cuore i beni storico-artistici della loro Melegnano - premette Carafòli nella missiva -. Vorrei quindi portare alla sua conoscenza un altro esempio di costruzione che “umilia un significativo monumento”. Il fotografo si riferisce alla chiesa dei Santi Pietro e Biagio, che sorge all’angolo tra le vie Senna e Mazzini a ridosso del centro città. «Le fotografie che allego, da me realizzate ai primi di settembre, danno la chiara idea di ciò che sta avvenendo - incalza -: “fisicamente” attaccata alla chiesa dedicata ai Santi Pietro e Biagio sta sorgendo una nuova costruzione». Il piano di recupero ha preso il via la scorsa primavera dopo il via libera degli enti competenti, con l’intervento che prevede la realizzazione di undici appartamenti. «Ma è mai possibile - si chiede quindi Carafòli nella missiva - che non si potesse lasciare uno spazio tra l’una e l’altra costruzione? Per quanto la situazione preesistente fosse simile, poi, non si sarebbe dovuto mantenere una distanza di rispetto e “per rispetto” da una costruzione di carattere storico-religioso?». In passato gli edifici annessi alla chiesa erano comunque legati ad attività di carattere ricreativo e sociale, totalmente disgiunti cioè da interessi unicamente economici. Sorto a cavallo tra il 1600 e il 1700, all’interno dell’edificio religioso sono conservati i “Caragnòn di San Peder”, un gruppo di terracotta policroma realizzato alla fine del Quattrocento, che una decina di anni fa è stato completamente restaurato a cura del Lions Club di Melegnano.«Io stesso documentai fotograficamente il restauro del gruppo scultoreo - ricorda il fotografo -. Ora non so esattamente quali siano le possibilità di intervento da parte della Soprintendenza in casi simili - ribadisce Carafòli rivolgendosi direttamente ad Artioli -. Ma mi auguro davvero che ci siano margini per una sua decisa valutazione e giudizio conseguente. Anche se fossero state rispettate tutte le norme previste dai regolamenti, del resto - conclude il fotografo - sono state sicuramente violate le leggi non scritte dell’etica e del buon gusto». Seguono le firme di quasi 70 cittadini, tra cui quella del referente di Italia nostra del Sud-est Milano Kisito Prinelli.Fonte: Il Cittadino

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