Rifiuti alla Levadina di San Donato, l’estate ripropone scene che non si
vorrebbero più vedere all’ingresso dell’area verde lungo la provinciale
Paullese. Da alcuni giorni lo spiazzo davanti alla cancellata dell’oasi
Wwf cittadina è di nuovo ingombro di sacchi di residui edilizi,
materassi e altri mobili di scarto, secchi di vernice, pattumiera
generica e altri tipi di scorie in ordine sparso.
I pirati della raccolta differenziata hanno colpito ancora, riproponendo il problema relativo alla repressione dei comportamenti vandalici e non a norma in questa porta d’accesso alla zona umida del Lambro, al confine con Peschiera Borromeo. Una recidività che il comune ha già annunciato di voler contrastare con dossi dissuasori e un sistema di videocontrollo, secondo le intenzioni annunciate dal sindaco Andrea Checchi e dall’assessore Andrea Battocchio all’inizio di agosto. Un mese dopo - peraltro senza ancora né dossi né videocamere - la scena è cambiata poco. Non ci sono più interi frigoriferi e lavatrici al di qua della rete che permette di accedere all’oasi, ma il “testimone” è passato a sacchi neri, materassi e bidoni di vernice. L’ingresso della Levadina è preso di mira da una rotta dei pendolari del rifiuto selvaggio dall’identikit che continua a rimanere ignoto. Nel passato recente peraltro sono accaduti anche atti vandalici veri e propri, come il danneggiamento della rete di cinta che segna il confine del parco rispetto alla Paullese. Per quanto riguarda l’identità degli autori dei gesti, si ipotizza che possano essere in parte residenti a San Donato, ma anche cittadini di Ponte Lambro e Linate, i due quartieri milanesi collegati con le vie Fiume Lambro e 25 Aprile. Altre scorie potrebbero essere riferite a piccole imprese che si liberano così dei materiali inerti altrimenti da conferire in piattaforma ecologica. Contro lo spettacolo cronico (e costoso, quando si va a bonificare) il comune ha annunciato il ricorso a telecamere e ostacoli alla sosta delle auto.Fonte il Cittadino
I pirati della raccolta differenziata hanno colpito ancora, riproponendo il problema relativo alla repressione dei comportamenti vandalici e non a norma in questa porta d’accesso alla zona umida del Lambro, al confine con Peschiera Borromeo. Una recidività che il comune ha già annunciato di voler contrastare con dossi dissuasori e un sistema di videocontrollo, secondo le intenzioni annunciate dal sindaco Andrea Checchi e dall’assessore Andrea Battocchio all’inizio di agosto. Un mese dopo - peraltro senza ancora né dossi né videocamere - la scena è cambiata poco. Non ci sono più interi frigoriferi e lavatrici al di qua della rete che permette di accedere all’oasi, ma il “testimone” è passato a sacchi neri, materassi e bidoni di vernice. L’ingresso della Levadina è preso di mira da una rotta dei pendolari del rifiuto selvaggio dall’identikit che continua a rimanere ignoto. Nel passato recente peraltro sono accaduti anche atti vandalici veri e propri, come il danneggiamento della rete di cinta che segna il confine del parco rispetto alla Paullese. Per quanto riguarda l’identità degli autori dei gesti, si ipotizza che possano essere in parte residenti a San Donato, ma anche cittadini di Ponte Lambro e Linate, i due quartieri milanesi collegati con le vie Fiume Lambro e 25 Aprile. Altre scorie potrebbero essere riferite a piccole imprese che si liberano così dei materiali inerti altrimenti da conferire in piattaforma ecologica. Contro lo spettacolo cronico (e costoso, quando si va a bonificare) il comune ha annunciato il ricorso a telecamere e ostacoli alla sosta delle auto.Fonte il Cittadino
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