Una draga è al lavoro nel colatore Muzza, tra Mairago e Turano, per
l'ultima fase di una serie di interventi di messa in sicurezza voluti
dallo Ster regionale e costati in tutto 750mila euro: dal ponte -canale
della roggia Cavallera-Crivella, fino alla centrale idroelettrica Seb
(ex Edison), i tecnici di Regione Lombardia hanno deciso di consolidare
le sponde e, ora, anche di ripulire l’alveo da decine di piante di alto
fusto cadute. Un intervento in più lotti finalizzato a migliorare quella
“sicurezza idraulica” che, quando piove troppo e succedono disastri,
viene sempre rimpianta. «Quella in corso è la terza fase degli
interventi - spiega il sindaco di Mairago Davide Tei - e l’obiettivo è
di prevenire frane ed esondazioni. Il primo lavoro, quello al ponte
canale, era stato oggetto di una dialettica con gli ambientalisti, e la
Regione aveva adottato tecniche meno impattanti sul contesto naturale
rispetto alla previsione iniziale. Si tratta di somme importanti,
stanziate dalla Regione».Questa volta però il colatore Muzza verrà
liberato anche da alberi che erano caduti tra le polemiche, e che sono
oggetto anche di una battaglia legale tra un proprietario terriero e la
Regione. Forte di una perizia, infatti, il proprietario di un bosco a
Turano sostiene che alcune piante di sua proprietà siano cominciate a
cadere, e fin dall'ormai lontano 2003, a causa dell’innalzamento del
livello dell’acqua seguito alla riattivazione della centralina
idroelettrica della Colombina. Che i tronchi caduti nell’alveo di questo
corso d’acqua non ci debbano stare è evidente, dato che si tratta di un
canale artificiale e che, oltre a ostacolare il deflusso dell'acqua,
potrebbero venir trascinati via e andare a danneggiare la centralina o
altri manufatti.Ma è sulla causa di questa strage di alberi che A.P.,
proprietario di uno dei terreni che a partire dal 2003 si sono allagati,
attende invano una risposta dalla Provincia di Lodi fin dal 2004,
quando aveva inviato in via Fanfulla una diffida affinché venisse
limitata l’altezza dell’acqua oppure venisse quantomeno trovato un
accordo, ad esempio con lo strumento dell'esproprio dei terreni per
pubblica utilità. La diffida era stata ritenuta opportuna in quanto si
erano evidenziati anche fenomeni franosi che sembravano a loro volta
evidenziare che qualcosa, nel livello del colatore Muzza a monte della
centrale, era cambiato. Ora, il presidente della Repubblica deve ancora
esprimersi su un ricorso presentato nel 2008 da A.P. contro
un’ingiunzione regionale, ma l'area che per il catasto è un bosco
continua invece a rimanere allagata. E proprio per questo, sostiene la
perizia di un agronomo, gli alberi cadono. E la Regione deve intervenire
con fondi pubblici a porre rimedio a un fenomeno che sembra iniziato
dopo un intervento, privato, sulla centralina idroelettrica.Fonte: Il Cittadino
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