Biogas di Occhiò, il 20 novembre fine dei lavori e avvio della
“centrale”. È agli sgoccioli il cantiere che fronteggia la frazione ad
ovest della via Emilia, abitata da non più di cento residenti.
L’impianto esteso per 2500 metri quadrati, con due vasche di produzione e
un motore allacciato alla rete Enel, è quasi concluso e sta per aprire
le porte ai primi camion carichi di trinciato di mais. Il biogas di
Occhiò è la copia esatta di quello di Salerano, vicino a cascina Ghione,
costruito dalla stessa associazione di imprese: la Wolf di Bolzano per
la centralina, la Pg di Spirano, provincia di Bergamo, per le opere
murarie, e la Bts Italia per l’allestimento delle vasche di
fermentazione a cupola. La superficie necessaria per la produzione di
agroenergie in questa borgata a meno di mezzo chilometro dalla via
Emilia è di 150-180 ettari, cioè tutti i terreni fra la cascina Montone
Primavera e Mezzano, proprietà della Società agricola Montone, che è
anche proponente l’impianto. Il progetto non include costruzioni di
nuove strade o allargamenti di collegamenti viari esistenti; i trasporti
arriveranno attraverso la strada unica per Occhiò, svoltando dalla
provinciale 164 Locate-San Giuliano. La struttura vera e propria è vasta
come detto 2500 metri quadri, 0,25 ettari, all’interno di un “quadrato”
più ampio delimitato da dune alberate. Le “gobbe” di terra di riporto
attualmente visibili attorno alla centralina sono destinate ad assumere
un aspetto meno squallido dell’attuale, perchè servono da supporto a
filari alberati prescritti come mitigazione. In altri termini, il biogas
da fuori (ad alberi cresciuti) non sarà visibile. Nè dalle poche case
di Occhiò nè arrivando da Melegnano, dove centralina e tendoni spuntano
all’orizzonte di Mezzano. La centralina deve inoltre rispettare un piano
colore coerente con l’ambiente circostante. Nonostante tali aspetti,
dalla progettazione in poi il primo impianto di biogas che sorge a San
Giuliano è stato al centro di polemiche e anche di una petizione online
per fermarlo (sono state raccolte però meno di 200 adesioni). La sezione
Sud Est Milano di Italia Nostra in particolare si è mossa su alcuni
timori. In primo luogo, che le due vasche quasi completate siano solo
l’“antipasto” di un ulteriore estensione del sito. In secondo luogo, il
sodalizio evidenzia come, mentre i progetti per le bioenergie vanno
avanti a spron battuto, poco o nulla si fa per l’antichissima chiesetta
di Occhiò, a pochi metri dai silos.Fonte: Il Cittadino
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