Adesso basta, parte la class action. Dopo quattro giorni da incubo i
pendolari hanno deciso di passare alle “maniere forti”: «La misura ormai
è colma - spiega Michele Merola, viaggiatore lodigiano -, abbiamo
iniziato a raccogliere le adesioni e stiamo sentendo gli avvocati per il
patrocinio legale». La stessa conclusione a cui è arrivato Massimiliano
Innocenti, il quale ha già sporto denuncia in questura per interruzione
di pubblico servizio e ieri ha scelto il telelavoro per evitare
ulteriori guai: «Credo che si debba pensare davvero a una causa
collettiva - dice -, non è sufficiente inserire reclami sul sito di
Trenord».A partire da domenica, il nuovo software della società non è
stato in grado di gestire il cambio d’orario e il cambio dei turni del
personale. Il risultato? Una raffica di ritardi e soppressioni che ha
bloccato i trasporti, pendolari lasciati al gelo senza spiegazioni e
momenti di tensione su e giù dalle carrozze. Nella giornata di ieri
lungo i binari non c’è stato alcun miglioramento, a dispetto dei
comunicati ufficiali di Trenord, la società ha comunque messo in campo
una task force per risolvere i problemi di gestione del software e dal
momento che il suo amministratore delegato Giuseppe Biesuz si è dimesso,
nei prossimi giorni dovrà essere sostituito; Biesuz è agli arresti
domiciliari per una vicenda legata al periodo prima del 2008, quando era
ai vertici di un’altra società, la Urban Screen.A Lodi il tabellone
assomigliava a un bollettino di guerra: 75 minuti di attesa, 45, 100.
Anche ieri mattina le persone si accalcavano sulla banchina al gelo e si
lanciavano sul primo treno a disposizione, mentre sulle carrozze si
faceva fatica a respirare da quanto erano affollate. Alcuni viaggiatori
hanno preferito guidare fino a Milano, altri sono arrivati in ritardo in
ufficio, chiedendo di poter uscire prima la sera per non rischiare di
tornare a casa a notte fonda. Merola si augura che il prossimo mese
l’abbonamento sia gratuito: «La situazione non è cambiata, nonostante
siano passati quattro giorni - esclama -, un treno da Codogno per Milano
era segnalato con cento minuti di ritardo. Non ci viene data nessuna
informazione, non sono nemmeno riuscito a fare denuncia alla Polfer
perchè non c’era il personale, ci voleva un agente con un grado più alto
rispetto a quelli in servizio per raccogliere la denuncia».Tra le
segnalazioni arrivate in redazione si contano la soppressione di cinque
treni sulla linea Piacenza-Milano Greco Pirelli (andata e ritorno) e
ritardi fino a 70 minuti. Da San Zenone i pendolari sono incappati nei
soliti ritardi, i più fortunati ne hanno collezionati solo trenta. «Per
questa settimana bisogna sperare di dipendere il meno possibile da
Trenord - dice un giovane -, a Rogoredo c’erano due treni da Milano
Centrale, quello di Trenord era in ritardo di almeno 30 minuti, quello
delle Ferrovie era puntuale»Ieri mattina Trenord ha fatto sapere che
dall’inizio del servizio fino alle 10 sono circolati in Lombardia 350
treni, di questi 250 sono quelli garantiti nella fascia di punta, dalle 7
alle 9. Per la società il 55 per cento dei mezzi in servizio è arrivato
con un ritardo contenuto entro i 5 minuti, le restanti corse hanno
viaggiato con un ritardo medio di 20 minuti. Se ci si collegava al sito
ufficiale di Trenord spuntava la scritta rossa “servizio ferroviario,
disagi possibili anche questa mattina”. La comunicazione informava i
passeggeri sul fatto che i turni del personale erano stati assegnati
nella notte e che i convogli erano stati posizionati ma che i problemi
con il software non erano ancora stati eliminati. Proprio per questo
motivo non si potevano escludere ritardi e soppressione. E questa, per i
pendolari, non è una novità.Fonte: Il Cittadino
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