A Cascina Monticello c’è più Eternit da smaltire del previsto : è questo
il panorama che si sta rivelando alle squadre di bonifica impegnate ad
avviare (ancora molto alla lontana) l’operazione destinata a concludersi
con centocinquanta nuove case. Nell’ex quartiere degli artigiani
capannoni e tetti sono fatti quasi tutti in cemento - amianto, in un
quantitativo più alto di quello atteso. C’è anche una quantità enorme di
lana di vetro utilizzata come isolante che va portata in discarica,
prima di demolire tutto e lasciare spazio alle fondazioni del nuovo
quartiere. Un obiettivo, quest’ultimo, che si è messo avanti la larga
data del 2021. Nel frattempo le manovre iniziano molto alla lontana con
la bonifica obbligatoria dei residui industriali. Per più di trent’anni
Monticello ha rappresentato una zona di insediamento per piccole
imprese, spesso a conduzione unipersonale o familiare, che avevano
trovato spazio nella corte dismessa della cascina. La qualità dei
manufatti industriali è sempre stata modesta, con materiali al risparmio
e soluzioni che non si possono certamente definire all’avanguardia. Da
questo punto di vista il fibrocemento - genericamente noto come Eternit -
la fa da padrone con le sue lastre ondulate che occhieggiano sulle
coperture dei box dove stavano carrozzieri, verniciatori, fabbri,
saldatori e altri piccoli imprenditori locali. La prima fase è lo
smaltimento dell’amianto da edilizia, il quale appunto sembra essere più
di quello calcolato: «Sono fatti di Eternit anche gli interni dei
capannoni e come isolante è stata usata lana di vetro - affermano i
tecnici in tuta bianca che stanno scandagliando il sito - ogni giorno ne
troviamo sempre di più». Il passo successivo dopo aver guardato sopra
le teste dovrà fare lo stesso sotto i piedi, perchè anche nei suoli
andrà stabilita l’eventuale presenza di reflui industriali e falde
inquinate. Solo dopo queste operazioni necessarie sarà possibile mettere
i primi paletti alla complessa operazione immobiliare. L’ipotesi è di
far sorgere accanto alla cascina (conservata nelle parti vincolate),
qualcosa di non molto minore di un quartiere con 500 residenti, 150
unità abitative e 51mila metri cubi di volumetria totale. L’avanzamento
dell’operazione urbanistica è però diviso in fasi che non andranno a
regime prima del 2021. Il lottizzante privato deve anche realizzare un
numero sufficiente di parcheggi e una nuova strada di connessione con la
rotatoria di piazza Malan.Fonte: Il Cittadino
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