sabato 1 dicembre 2012

San Donato - Tanto amianto e lana di vetro: bonifica complicata a Monticello

A Cascina Monticello c’è più Eternit da smaltire del previsto : è questo il panorama che si sta rivelando alle squadre di bonifica impegnate ad avviare (ancora molto alla lontana) l’operazione destinata a concludersi con centocinquanta nuove case. Nell’ex quartiere degli artigiani capannoni e tetti sono fatti quasi tutti in cemento - amianto, in un quantitativo più alto di quello atteso. C’è anche una quantità enorme di lana di vetro utilizzata come isolante che va portata in discarica, prima di demolire tutto e lasciare spazio alle fondazioni del nuovo quartiere. Un obiettivo, quest’ultimo, che si è messo avanti la larga data del 2021. Nel frattempo le manovre iniziano molto alla lontana con la bonifica obbligatoria dei residui industriali. Per più di trent’anni Monticello ha rappresentato una zona di insediamento per piccole imprese, spesso a conduzione unipersonale o familiare, che avevano trovato spazio nella corte dismessa della cascina. La qualità dei manufatti industriali è sempre stata modesta, con materiali al risparmio e soluzioni che non si possono certamente definire all’avanguardia. Da questo punto di vista il fibrocemento - genericamente noto come Eternit - la fa da padrone con le sue lastre ondulate che occhieggiano sulle coperture dei box dove stavano carrozzieri, verniciatori, fabbri, saldatori e altri piccoli imprenditori locali. La prima fase è lo smaltimento dell’amianto da edilizia, il quale appunto sembra essere più di quello calcolato: «Sono fatti di Eternit anche gli interni dei capannoni e come isolante è stata usata lana di vetro - affermano i tecnici in tuta bianca che stanno scandagliando il sito - ogni giorno ne troviamo sempre di più». Il passo successivo dopo aver guardato sopra le teste dovrà fare lo stesso sotto i piedi, perchè anche nei suoli andrà stabilita l’eventuale presenza di reflui industriali e falde inquinate. Solo dopo queste operazioni necessarie sarà possibile mettere i primi paletti alla complessa operazione immobiliare. L’ipotesi è di far sorgere accanto alla cascina (conservata nelle parti vincolate), qualcosa di non molto minore di un quartiere con 500 residenti, 150 unità abitative e 51mila metri cubi di volumetria totale. L’avanzamento dell’operazione urbanistica è però diviso in fasi che non andranno a regime prima del 2021. Il lottizzante privato deve anche realizzare un numero sufficiente di parcheggi e una nuova strada di connessione con la rotatoria di piazza Malan.Fonte: Il Cittadino

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