venerdì 15 febbraio 2013

San Donato non cresce più, ma “invecchia”

Una lenta decrescita e un’età media che si sposa bene con gli “anta” per San Donato Milanese. L’anagrafe ha chiuso da poche settimane i conti del 2012 consegnando una fotografia a due tinte prevalenti, in qualche misura attese. I sandonatesi a fine 2012 erano 32782, con qualche aggiustamento retrospettivo ancora da fare, ma che non cambierà molto il quadro. Già nel 1985 erano 32mila, e ad inizio millennio, per un solo anno, sono andati oltre i 33mila. La città “tiene”, ma non cresce più, in pratica. L’andamento degli ultimi anni è controverso: balla attorno alla soglia dei 32700, un anno un po’ più su, l’altro rosicchiando qualche decina di unità in meno. Prevale comunque la stagnazione, con i 33mila abitanti toccati come detto il solo ultimo anno del secolo scorso - il 2000 - e poi pochi terremoti demografici. In qualunque direzione. Il secondo elemento che emerge nettamente dai tabulati è l’innalzamento dell’età media del residente-tipo. Il tipo di abitante più diffuso sotto i palazzi Eni, nel Concentrico, in via Di Vittorio, è oggi un 40enne e spiccioli nel pieno dell’attività lavorativa: 43,8 anni esattamente la media, con una prevalenza di famiglie da due a tre componenti, quindi tipicamente composte da padre, madre e un figlio unico. Il ritratto si completa con le classi di età, che vedono sul gradino più alto del podio i 15-64enni, seguiti dagli over 65 e al terzo posto dai minori di 15 anni. Un’immagine nel complesso decifrabile in modo lineare e alla luce di tendenze sociali ben conosciute. Sostanzialmente i sandonatesi nati fra la metà degli anni Sessanta e i primi Settanta stanno invecchiando, o quanto meno diventando maturi, nello stesso posto dove sono nati. Non fanno molti figli, e questo spiega i soli 4838 ragazzi e bambini sotto i 15 anni a fronte della massiccia cifra di 20600 persone fra l’adolescenza e la soglia della pensione, i 65 anni appunto. Oltre i 65 anni ci sono 7343 persone, più o meno un terzo di quelle nelle fasce centrali. Al netto del fisiologico tasso di mortalità, nel dato dei meno di 7500 “anziani” sandonatesi (anziani relativi, perchè nessuno oggi considera vecchio un 65enne) è leggibile anche un altro fattore: la tendenza, in una città molto composita, con famiglie provenienti da ogni angolo del mondo, a ritornare nel luogo di origine al termine dell’impegno lavorativo. La stabilità della popolazione riflette anche l’oggettivo fatto che i prezzi delle abitazioni sono alti, data la distanza minima da Milano. Inoltre, il territorio è uno dei più urbanizzati del Sud Est Milano, con una divisione Parco Sud-case attorno al salomonico 50/50. La serie storica dei dati raccolti dal municipio locale inizia in epoca pre-Eni con il dato oggi incredibile di 2672 persone nel 1952 ( stavano costruendo il primo palazzo di Mattei). Già nel 1970 si era passati a 24430, e nel 1985 si toccano i 32580. Da allora un concorso di fattori - dalla denatalità italiana al costo del mattone - ha “congelato” se non proprio le stesse persone, almeno lo stesso tipo di persona che «può vivere a San Donato». Così nel 2005 erano 32668 gli abitanti; nel 2010 32702 e al termine dei dodici mesi dell’anno scorso l’anagrafe ne ha registrati 32782. 

Residenti distribuiti in quattro quartieri, nella frazione Poasco sono solo 2813 - Se fosse solo per gli abitanti, a San Donato sarebbe ben difficile individuare un centro di gravità prevalente della vita cittadina. La “torta” 2012 della popolazione divisa per quartieri (i dati possono subire modifiche di dettaglio, ma sono comunque indicativi) mostra un equilibrio praticamente perfetto con 28mila dei 32mila residenti totali che si dividono equamente in quattro zone. Il Concentrico, cioè la zona del municipio, la più popolata, è abitato da 7672 persone; nella zona Metanopoli - Triulzio stanno in 7178 sandonatesi; l’area Bolgiano ne aggiunge altri 7626; il quartiere Certosa - Di Vittorio tallona tutti gli altri con 7493. Segue a netta distanza l’unica frazione, quella di Poasco e Sorigherio: l’unica area sandonatese notevolmente cresciuta negli ultimi due decenni, ma comunque ancora ben staccata con i suoi 2813 abitanti. La sostanza di questo “policentrismo” è decisamente cambiata poco negli ultimi anni; è mutato però l’ordine che ha rimesso il Concentrico al primo posto. Se si prendono le cifre 2009, quartultima rilevazione demografica, queste davano Bolgiano prima con 7650 persone, il Certosa con 7498, seguiva il Concentrico a 7429; quarta Metanopoli a 7351. Naturalmente, se la divisione della torta dell’anagrafe fra i “quattro cantoni” sandonatesi presenta il singolare fenomeno di una spartizione pressoché perfetta, i quartieri non hanno tutti la stessa estensione, la stessa densità demografica e gli stessi servizi cominciando dal verde pubblico. Temi questi sui cui la politica locale ha costruito battaglie, scontri e programmi elettorali di ogni genere. Altri numeri interessanti della radiografia anagrafica 2012 dicono che il ritmo di innalzamento dell’età media del sandonatese-tipo è stato di 3 anni esatti negli ultimi dieci anni. Nel 2002 cadeva a 40,8 anni; l’anno scorso è salita a 43,8. L’anno scorso fu compiuta anche un’interessante analisi dei cognomi più diffusi, sulla base del censimento dell’anno prima: l’ordine è Rossi, Ferrari, Russo, Bianchi, Colombo, Esposito; il settimo più diffuso è l’ispanico Guevarra.Fonte: Il Cittadino

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