Una lenta decrescita e un’età media che si sposa bene con gli “anta” per
San Donato Milanese. L’anagrafe ha chiuso da poche settimane i conti
del 2012 consegnando una fotografia a due tinte prevalenti, in qualche
misura attese. I sandonatesi a fine 2012 erano 32782, con qualche
aggiustamento retrospettivo ancora da fare, ma che non cambierà molto il
quadro. Già nel 1985 erano 32mila, e ad inizio millennio, per un solo
anno, sono andati oltre i 33mila. La città “tiene”, ma non cresce più,
in pratica. L’andamento degli ultimi anni è controverso: balla attorno
alla soglia dei 32700, un anno un po’ più su, l’altro rosicchiando
qualche decina di unità in meno. Prevale comunque la stagnazione, con i
33mila abitanti toccati come detto il solo ultimo anno del secolo scorso
- il 2000 - e poi pochi terremoti demografici. In qualunque direzione.
Il secondo elemento che emerge nettamente dai tabulati è l’innalzamento
dell’età media del residente-tipo. Il tipo di abitante più diffuso sotto
i palazzi Eni, nel Concentrico, in via Di Vittorio, è oggi un 40enne e
spiccioli nel pieno dell’attività lavorativa: 43,8 anni esattamente la
media, con una prevalenza di famiglie da due a tre componenti, quindi
tipicamente composte da padre, madre e un figlio unico. Il ritratto si
completa con le classi di età, che vedono sul gradino più alto del podio
i 15-64enni, seguiti dagli over 65 e al terzo posto dai minori di 15
anni. Un’immagine nel complesso decifrabile in modo lineare e alla luce
di tendenze sociali ben conosciute. Sostanzialmente i sandonatesi nati
fra la metà degli anni Sessanta e i primi Settanta stanno invecchiando, o
quanto meno diventando maturi, nello stesso posto dove sono nati. Non
fanno molti figli, e questo spiega i soli 4838 ragazzi e bambini sotto i
15 anni a fronte della massiccia cifra di 20600 persone fra
l’adolescenza e la soglia della pensione, i 65 anni appunto. Oltre i 65
anni ci sono 7343 persone, più o meno un terzo di quelle nelle fasce
centrali. Al netto del fisiologico tasso di mortalità, nel dato dei meno
di 7500 “anziani” sandonatesi (anziani relativi, perchè nessuno oggi
considera vecchio un 65enne) è leggibile anche un altro fattore: la
tendenza, in una città molto composita, con famiglie provenienti da ogni
angolo del mondo, a ritornare nel luogo di origine al termine
dell’impegno lavorativo. La stabilità della popolazione riflette anche
l’oggettivo fatto che i prezzi delle abitazioni sono alti, data la
distanza minima da Milano. Inoltre, il territorio è uno dei più
urbanizzati del Sud Est Milano, con una divisione Parco Sud-case attorno
al salomonico 50/50. La serie storica dei dati raccolti dal municipio
locale inizia in epoca pre-Eni con il dato oggi incredibile di 2672
persone nel 1952 ( stavano costruendo il primo palazzo di Mattei). Già
nel 1970 si era passati a 24430, e nel 1985 si toccano i 32580. Da
allora un concorso di fattori - dalla denatalità italiana al costo del
mattone - ha “congelato” se non proprio le stesse persone, almeno lo
stesso tipo di persona che «può vivere a San Donato». Così nel 2005
erano 32668 gli abitanti; nel 2010 32702 e al termine dei dodici mesi
dell’anno scorso l’anagrafe ne ha registrati 32782.
Residenti distribuiti in quattro quartieri, nella frazione Poasco sono solo 2813 - Se fosse solo per gli abitanti, a San Donato sarebbe ben difficile
individuare un centro di gravità prevalente della vita cittadina. La
“torta” 2012 della popolazione divisa per quartieri (i dati possono
subire modifiche di dettaglio, ma sono comunque indicativi) mostra un
equilibrio praticamente perfetto con 28mila dei 32mila residenti totali
che si dividono equamente in quattro zone. Il Concentrico, cioè la zona
del municipio, la più popolata, è abitato da 7672 persone; nella zona
Metanopoli - Triulzio stanno in 7178 sandonatesi; l’area Bolgiano ne
aggiunge altri 7626; il quartiere Certosa - Di Vittorio tallona tutti
gli altri con 7493. Segue a netta distanza l’unica frazione, quella di
Poasco e Sorigherio: l’unica area sandonatese notevolmente cresciuta
negli ultimi due decenni, ma comunque ancora ben staccata con i suoi
2813 abitanti. La sostanza di questo “policentrismo” è decisamente
cambiata poco negli ultimi anni; è mutato però l’ordine che ha rimesso
il Concentrico al primo posto. Se si prendono le cifre 2009, quartultima
rilevazione demografica, queste davano Bolgiano prima con 7650 persone,
il Certosa con 7498, seguiva il Concentrico a 7429; quarta Metanopoli a
7351. Naturalmente, se la divisione della torta dell’anagrafe fra i
“quattro cantoni” sandonatesi presenta il singolare fenomeno di una
spartizione pressoché perfetta, i quartieri non hanno tutti la stessa
estensione, la stessa densità demografica e gli stessi servizi
cominciando dal verde pubblico. Temi questi sui cui la politica locale
ha costruito battaglie, scontri e programmi elettorali di ogni genere.
Altri numeri interessanti della radiografia anagrafica 2012 dicono che
il ritmo di innalzamento dell’età media del sandonatese-tipo è stato di 3
anni esatti negli ultimi dieci anni. Nel 2002 cadeva a 40,8 anni;
l’anno scorso è salita a 43,8. L’anno scorso fu compiuta anche
un’interessante analisi dei cognomi più diffusi, sulla base del
censimento dell’anno prima: l’ordine è Rossi, Ferrari, Russo, Bianchi,
Colombo, Esposito; il settimo più diffuso è l’ispanico Guevarra.Fonte: Il Cittadino
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