Domenica 26 maggio ore 11.00,
per scoprire le meraviglie dell'Abbazia di Viboldone
"Chi giunge a Viboldone, ancor prima di entrare in chiesa o nel
palazzetto del priore e di ammirarne gli splendidi affreschi e le
perfette proporzioni, si trova avvolto in un'atmosfera di pace e
tranquillità: il verde dei campi, il rosso brunito del cotto dei coppi e
dei mattoni, il sommesso rumore di una roggia che scorre e il muggito
di un vitello della vecchia cascina dell'abbazia. Sono le nostre radici,
quelle che affondano per tradizione nell'agricoltura, nella campagna e
ci richiamano a valori diversi da quella logica un po' perversa del
profitto che regola ormai da tempo le nostre giornate imponendoci tempi
sempre più stretti e disumani. La presenza degli Umiliati nella Bassa
lombarda (si pensi anche al vicino insediamento di Mirasole, a Opera, e a
quello, più prossimo ai confini orientali della città, di Monluè), non
ci ha solo lasciato un'importante eredità artistica ma ha anche
letteralmente creato, unitamente ai Cistercensi, quel paesaggio
fortemente antropizzato che caratterizza il territorio a sud di Milano",
ci spiega l'architetto Chiara Mauri, che da anni studia la storia di
Viboldone.
Questa breve premessa per invogliarvi a partecipare, domenica 26 maggio ore 11.00, per scoprire le meraviglie dell'Abbazia di Viboldone (frazione di San Giuliano Milanese), che per la bellezza della sua architettura e dei suoi affreschi trecenteschi è considerato uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia: appuntamento sul sagrato della chiesa, con eccezionale visita guidata alla sala della musica, nell'antica casa del priore e del Mulino Torretta, accompagnati da esperti del territorio e dal signor Lacchini dell'associazione Amici dell'Abbazia.
Questa breve premessa per invogliarvi a partecipare, domenica 26 maggio ore 11.00, per scoprire le meraviglie dell'Abbazia di Viboldone (frazione di San Giuliano Milanese), che per la bellezza della sua architettura e dei suoi affreschi trecenteschi è considerato uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia: appuntamento sul sagrato della chiesa, con eccezionale visita guidata alla sala della musica, nell'antica casa del priore e del Mulino Torretta, accompagnati da esperti del territorio e dal signor Lacchini dell'associazione Amici dell'Abbazia.
Un po' di storia
Furono dunque gli Umiliati a costruire la bellissima abbazia di
Viboldone. Gli Umiliati, che accoglievano sia uomini sia donne, vennero
fondati nel 1017. Univano istanze di severa religiosità a ragioni di
tipo economico e politico. Le loro comunità, come quelle dei
Cistercensi, si occupavano soprattutto dell’assetto agricolo del terreno
circostante. A tali attività agricole gli Umiliati univano anche quelle
dell’artigianato e del commercio. Contribuirono così al formarsi delle
grandi aziende agricole, a carattere religioso, succursali di campagna
della casa madre.
A Viboldone, gli storici presumono fossero molto
frequenti i contatti con l’altro grande complesso religioso vicino -
l’Abbazia cistercense di Chiaravalle - come suggerisce la strada che
ancora oggi unisce i due centri religiosi. Nel secolo quindicesimo, in
concomitanza con la crisi generale che sconvolgeva la Chiesa, l’ordine
degli Umiliati, che si era notevolmente arricchito, aveva quasi
dimenticato i suoi originari severi impegni spirituali, arricchendosi di
molto attraverso attività artigianali e commerciali. Ne conseguì un
provvedimento disciplinare della Santa Sede, che il 7 febbraio 1571
soppresse la Congregazione.
Dagli Umiliati il complesso monastico e agricolo di Viboldone passò, assieme alla chiesa, agli Olivetani. Nel 1777, in seguito alla riforma religiosa voluta da Maria Teresa, anche gli Olivetani vennero allontanati da Viboldone. Il complesso rurale, che ormai si era consolidato nel tempo, divenuto proprietà privata tranne l’Abbazia che divenne bene demaniale, continuò nonostante tutto a funzionare, fino all’assetto odierno.
Gli storici fanno risalire al 1176 la costruzione della zona orientale della chiesa (inizialmente dedicata al solo San Pietro, e in seguito ai santi Pietro e Paolo), comprendente l’abside e il transetto. Dal 1941 una comunità monastica benedettina di suore è subentrata nell’abbazia. Una presenza, quella delle monache benedettine, molto umile, silenziosa e poco nota. Ma fondamentale per la salvaguardia del complesso di Viboldone.
Dagli Umiliati il complesso monastico e agricolo di Viboldone passò, assieme alla chiesa, agli Olivetani. Nel 1777, in seguito alla riforma religiosa voluta da Maria Teresa, anche gli Olivetani vennero allontanati da Viboldone. Il complesso rurale, che ormai si era consolidato nel tempo, divenuto proprietà privata tranne l’Abbazia che divenne bene demaniale, continuò nonostante tutto a funzionare, fino all’assetto odierno.
Gli storici fanno risalire al 1176 la costruzione della zona orientale della chiesa (inizialmente dedicata al solo San Pietro, e in seguito ai santi Pietro e Paolo), comprendente l’abside e il transetto. Dal 1941 una comunità monastica benedettina di suore è subentrata nell’abbazia. Una presenza, quella delle monache benedettine, molto umile, silenziosa e poco nota. Ma fondamentale per la salvaguardia del complesso di Viboldone.
Come partecipare
E' necessaria la prenotazione (posti limitati massimo 30 persone). Per informazioni e iscrizioni visitate il sito dell'Associazione (http://www.associazioneart9.it/iniziative/visite-guidate/141-viboldone-e-dintorni.html), che organizza la visita. Il costo è 6 € per i soci. Pranzo al sacco o presso la trattoria.
Noi ci saremo. Associazione per il Parco Sud Milano
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